Terzo album per il tastierista milanese Luca Olivieri, accompagnato
da una schiera di rinomati musicisti, impossibile citarli tutti. Tra
i più conosciuti (non me ne vogliano gli esclusi) la violoncellista
inglese Caroline Lavelle, che ha collaborato con Peter Gabriel, Radiohead,
Muse e molti altri e il chitarrista collaboratore di Battiato Saro
Cosentino. A parte la risonanza dei nomi coinvolti, mi piace far notare
che si tratta di collaborazioni nate dalla passione per la musica,
anche perché le superproduzioni di un tempo sembrano sempre
più lontane.
La Saggezza delle Nuvole è principalmente strumentale e l’avvio
è affidato alle note dal sapore etnico di “Endless Life”,
poi il brano assume sonorità quasi neo classiche, con un ritmo
forse un po’ troppo marcato. Quando poi entra il flauto sono
brividi e parte una sezione molto pinkfloydiana. “Orizzonte
Verticale” fa venire in mente certe cose di Klaus Schulze e
spiccano i toni elettronici, vagamente space rock, di Olivieri. Verso
la metà viene recitata da Andrea Chimenti una poesia inedita
di Luca Lezziero dal testo suggestivo. Il violoncello di Caroline
spunta nel brano “Varuna”, note calde e vibranti di grande
suggestione, che si mescolano a quelle più moderne di Luca,
ottimo il contrasto. “Apprendista Funambolo” ricorda le
canzoni di altri tempi, anche se la veste è attuale. “Playing
With Colours” è uno dei momenti più onirici del
disco, quasi psichedelico, però molto intenso. Note di cristallo
aprono “Oracle”, che quasi subito assume dei connotati
post moderni e torna anche il violoncello. Ancora una volta troviamo
questo mix di suoni dal sapore antico, mescolati con sapienza ad altri
decisamente attuali. In “Philophobia” tornano i versi
di Lezziero, sempre molto suggestivi. Ma il brano è molto complesso
e vario, con parti musicali che si intrecciano con sperimentazioni
ai limiti del free jazz. “Cerchio di Vento” è breve,
ma la dolcezza del flauto può emozionare più di un cuore.
Molto particolare anche la conclusiva “Substance”, che
ha un che di cinematografico. La nota conclusiva sembra quasi lasciare
il finale aperto.
Disco molto particolare questo di Olivieri, molto intenso e curato
nei dettagli, con un sound all’altezza, anche se qualche piccola
sbavatura non manca, sicuramente a causa del budget limitato. Un prodotto
che può piacere ad appassionati di musica trasversali e di
ampie vedute. GB
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