Rock Impressions

Luca Olivieri - La Saggezza delle Nuvole LUCA OLIVIERI - La Saggezza delle Nuvole
AG Produzione
Distribuzione italiana: si
Genere: Elettronica / World Music
Support: CD - 2015


Terzo album per il tastierista milanese Luca Olivieri, accompagnato da una schiera di rinomati musicisti, impossibile citarli tutti. Tra i più conosciuti (non me ne vogliano gli esclusi) la violoncellista inglese Caroline Lavelle, che ha collaborato con Peter Gabriel, Radiohead, Muse e molti altri e il chitarrista collaboratore di Battiato Saro Cosentino. A parte la risonanza dei nomi coinvolti, mi piace far notare che si tratta di collaborazioni nate dalla passione per la musica, anche perché le superproduzioni di un tempo sembrano sempre più lontane.

La Saggezza delle Nuvole è principalmente strumentale e l’avvio è affidato alle note dal sapore etnico di “Endless Life”, poi il brano assume sonorità quasi neo classiche, con un ritmo forse un po’ troppo marcato. Quando poi entra il flauto sono brividi e parte una sezione molto pinkfloydiana. “Orizzonte Verticale” fa venire in mente certe cose di Klaus Schulze e spiccano i toni elettronici, vagamente space rock, di Olivieri. Verso la metà viene recitata da Andrea Chimenti una poesia inedita di Luca Lezziero dal testo suggestivo. Il violoncello di Caroline spunta nel brano “Varuna”, note calde e vibranti di grande suggestione, che si mescolano a quelle più moderne di Luca, ottimo il contrasto. “Apprendista Funambolo” ricorda le canzoni di altri tempi, anche se la veste è attuale. “Playing With Colours” è uno dei momenti più onirici del disco, quasi psichedelico, però molto intenso. Note di cristallo aprono “Oracle”, che quasi subito assume dei connotati post moderni e torna anche il violoncello. Ancora una volta troviamo questo mix di suoni dal sapore antico, mescolati con sapienza ad altri decisamente attuali. In “Philophobia” tornano i versi di Lezziero, sempre molto suggestivi. Ma il brano è molto complesso e vario, con parti musicali che si intrecciano con sperimentazioni ai limiti del free jazz. “Cerchio di Vento” è breve, ma la dolcezza del flauto può emozionare più di un cuore. Molto particolare anche la conclusiva “Substance”, che ha un che di cinematografico. La nota conclusiva sembra quasi lasciare il finale aperto.

Disco molto particolare questo di Olivieri, molto intenso e curato nei dettagli, con un sound all’altezza, anche se qualche piccola sbavatura non manca, sicuramente a causa del budget limitato. Un prodotto che può piacere ad appassionati di musica trasversali e di ampie vedute. GB

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