Rock Impressions

Conny Ochs - Black Happy CONNY OCHS - Black Happy
Exile on Mainstream
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Acoustic Rock
Support: CD - 2013


Il musicista tedesco Conny Ochs ha fatto parte di numerosi progetti, il più importante è stato quello condiviso col cult hero Wino (Schott Weinrich) per l’album Heavy Kingdom, che ha dato al nostro una certa fama internazionale. Per il resto si sa ancora poco di lui. In questo disco si presenta con la chitarra, per lo più acustica, e qualche percussione appena accennata, una mise intimista e poetica che sembra uscire da altri tempi e mi piace che oggi ci sia ancora qualche artista che rifugge le superproduzioni per presentarsi nel modo più diretto e vero, lui e il suo strumento.

Il viaggio nell’universo di Ochs parte con “Exile”, un brano notturno, lento, costruito su un giro di chitarra intrigante, bella la voce di Conny, che entra subito in contatto con l’animo più intimo dell’ascoltatore e lo prende per mano per accompagnarlo. “No Sleep Tonight” nasconde un piglio rock, smorzato dalla scelta acustica, ma che nonostante tutto graffia lo stesso. L’atmosfera è molto dark e anche i testi sembrano seguire questa inclinazione, si parla di drammi e il connubio con la musica sofferta è ottimo. “Die In Your Arms” è più vivace, nonostante il titolo, il ritmo è più veloce, ma resta una bella ballata, anche se breve. “Faces In the Crowd” è giocata su più voci a cappella, sembra una vecchia canzone folk, anche questa brevissima, poco più di un minuto. Il disco prosegue con titoli diversi come “Stable Chaos” e “Trust In Love”, le atmosfere e le scelte armoniche cambiano continuamente, ma non lo spirito di fondo del disco. Come quando in “Borderline” la chitarra diventa elettrica, ma non tradisce il fascino intimo del disco. Molto bella “Phantom Pain”, o la romantica “Lead-Out” fra echi di Nick Cave e anche qualcosa di Tom Waits. Altra ballata è “Blues For My Baby”, triste come promette il titolo. Chiude “Mouth”, dove l’armonica a bocca prende il posto della chitarra, è ancora un blues, mentre la voce di Ochs fa tutto e più di qualche brivido scorre.

In questo album troviamo un musicista che si mostra al pubblico accompagnato quasi esclusivamente dalla sua chitarra e con la voce regala emozioni che solo un vero artista può dare, minimalista se volete, ma non è certo facile incantare con un disco così semplice e diretto, bravo! GB




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