Nato oltre vent’anni fa continua a vivere il side project voluto
da Dan Swano e questo, se non vado errando, è il sesto album
prodotto. In origine il progetto era orientato verso gothic metal
e si è via via spostato verso un prog metal a tinte dark, che
ha raggiunto una sua stabilità ed una crescente credibilità.
Il primo brano è l’anthemica “On Stolen Wings”,
non è uno dei migliori del disco, ma è fatto per catturare
subito l’attenzione, elementi epici, gotici e prog si mescolano
su un tappeto metallico collaudato, con delle parti corali che acchiappano
forte. “Lucifer’s Lament” è una ballata elettrica
di grande trasporto, teatrale, ricca di pathos, cantata con intensità.
Bello il giro di apertura di “Chasing the Storm Away”,
un riffing incalzante vagamente Bonjoviano, poi entrano elementi goth
e tutto prende una piega più attuale. “Warriors of the
Dawn” è muscolosa come promette e con un incedere metallico
e oscuro ci guida in un ambiente dai sapori fantasy. “Forevermore”
è un brano prog metal di buona fattura, ma anche un po’
filler. “Divided I Fall” è un’altra piacevole
ballata semi acustica, dove la parte migliore è l’interpretazione
volcale. Il prog metal a tinte teatrali e drammatiche torna prepotente
con l’epica “The Voyage of Endurance”, dove la band
mostra tutte le proprie armi. Bella anche “27 (Curse or Coincidence)”,
dalla struttura complessa ed articolata, brano non immediato, ma che
offre diversi spunti. “The Maze” mostra ancora i muscoli,
brano di possente metal, ma meno intrigante di altri. La conclusiva
“Echoes of a Dream” riporta l’accento ancora sulla
vena malinconica della band, un metal cadenzato e rallentato, ricco
di senso drammatico, sottolineato da ottime linee vocali, un degno
commiato.
Non si tratta di un disco fondamentale o imprescindibile, ma è
un ottimo disco, con alcuni brani notevoli e un’interpretazione
ricca di sentimento, con un metal epico che può piacere ad
una vasta platea. GB
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