Rock Impressions

Mytho - In the Abstract MYTHO - In the Abstract
AMS Records
Distribuzione italiana: BTF
Genere: New Prog
Support: CD - 2010

Certo non si può dire che gli italiani Mytho abbiano perso del tempo. Nati nel 2007, dalle menti di Enzo Ferlazzo ed Antonio Machera (chitarre), escono con un EP gia nell’anno successivo. Questo viene ben accolto dalla critica e la band viene notata presto dalla casa distributrice francese Musea, una certezza per chi si nutre di Progressive Rock, qualunque esso sia. La band si completa con Fabrizio Machera (batteria) e Marco Machera (basso e voce). La caratura tecnica dei musicisti è alquanto elevata, non a caso collaborano con artisti del calibro di Paul Gilbert (Mr Big), Adrian Belew (King Crimson), Kiko Loureiro (Angra), Paul Di Anno (ex Iron Maiden) e Jerry Marotta (Peter Gabriel), tanto per rendere l’idea. Il bagaglio culturale musicale del quartetto è ampio, variano dal Metal al Prog anche quello di stile anni ’70. Il cantato è in inglese, supportato una volta tanto da una buona voce nel genere.
In questo mare di band Progressive, i Mytho hanno comunque una particolarità nel sound, le chitarre sono Synth. Dico questo perché in effetti il New Prog è inflazionato gia dagli anni ’80, tuttavia le canzoni sono molto policrome e possono piacere anche a chi ascolta del buon sano AOR. Il songwriting è dunque fresco, scorrevole, la band si intuisce che si trova a menadito e che è in un periodo di grazia compositiva. Le canzoni sono tutte e nove orecchiabili, ma una attenzione particolare va a “New Gemini’s Rising”, una sorta di mini suite, dove alla voce troviamo John Payne, special guest di lusso in quanto militante nei grandiosi Asia.

Ci mettono molta attenzione nelle melodie, specie nei ritornelli di facile memorizzazione, basta ascoltare la bellissima canzone apripista dal titolo “Abstract”, oppure “Alpha Centauri”. Si possono godere anche di architetture strutturali spaziose, quelle classiche arie che ti fanno sognare ad occhi aperti, come in “Luna”. Ma il mio pezzo preferito è lo strumentale “Maelstrom”, un crescendo sonoro ed emotivo che non lascia adito a critiche. In tutto questo c’è sempre semplicità, la carta vincente di questo esordio, perché le cose migliori sono sempre quelle più essenziali. Come si dice, si bada al sodo.

La musica deve emozionare, non importa il mezzo, ed i Mytho ci riescono molto bene, se poi ci aggiungiamo un libretto cartonato esaustivo, allora il risultato è più che soddisfacente. Io fossi in voi li ascolterei. MS


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