Rock Impressions

Modest Midget - Crysis MODEST MIDGET - Crysis
Multi Polar Music
Distribuzione italiana: -
Genere: New Prog
Support: CD - 2014


Ci sono voluti quattro anni ai Modest Midget di Lionel “Lonny” Ziblat per dare un seguito all’ottimo debutto del 2010 ed ecco finalmente fra le nostre mani questo Crysis. Fondamentalmente il progetto è ancora strettamente nelle mani di Lonny, che ha composto la quasi totalità dei brani presenti nel cd. Lo stile è sempre un mix di psichedelia e avantgarde in chiave prog, un mix di Barrett, Zappa e Ayers in chiave moderna, perché questo è il pregio del progetto, riferirsi ai modelli citati, ma con un sound attuale e personale.

Il disco si apre con un’intro atmosferica, ma è “A Centurion’s Itchy Belly” che ci mostra le qualità di Ziblat e compagni, una piece scanzonata a tratti circense, comunque non priva di parti interessanti, tra lo space rock e la psichedelia, su cui si innestano queste follie visionarie di buona fattura. L’attacco di “Rocky Valleys of Dawn” fa pensare alla surf music, poi tutto diventa un rock ‘n’ roll stralunato. “Praise the Day” è una piacevole ballata rallentata dal sapore malinconico, a dimostrazione della versatilità del songwriting del nostro. “Now That We’re Here” è uno degli episodi più stralunati e strampalati del disco, quasi alla Gong, ma funziona. Come avrete capito c’è una grande varietà di situazioni e ogni brano ha una propria fisionomia e questa caratteristica attraversa tutto il cd. Strana “Periscope Down”, mi ricorda il primo Joe Jackson. Inizialmente è impossibile riconoscere “(Oh) Pretty Woman”, il classico di Orbison, che Lonny stravolge e accelera, divertente. Se volete una dimostrazione di cosa è capace questo artista allora dovete ascoltare “Flight of the Cockroach”, la risposta rock al più famoso calabrone. “Secret Lies” ha un’impostazione molto drammatica, quasi come certe canzoni d’amore degli anni 50-60, ottimo l’assolo, poi nel finale il brano cambia, l’atmosfera diventa misterica e quasi gotica. Bella la melodia retrò di “Gone Is” Ziblat è davero capace di composizioni molto piacevoli. Interessante la title track, una piece dal sapore teatrale. Buona anche la conclusiva “Birth”, anche se le idee migliori sono già state espresse.

Disco visionario, ma non troppo, a volte ho avuto l’impressione che Lonny abbia tenuto il freno della fantasia un po’ tirato, comunque c’è stato sotto un gran lavoro e si sente, il risultato complessivo è decisamente gradevole e il disco si lascia ascoltare molto bene. GB

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