Rock Impressions

Methel & Lord - Steps of Long Run METHEL & LORD - Steps of Long Run
Point Of View
Distribuzione italiana: si
Genere: Alternative Indie
Support: CD - 2008

I Methel & Lord si formano nel 2000 e raggiungono subito ottimi risultati a livello di critica. Vengono immediatamente premiati come miglior band emergente nel 2001 al Festival Enzimi. E poi nel 2004 si aggiudicano il premio Fuori Dal Mucchio e la targa P.I.M.I. Miglior Band Italiana. Questi sono solo alcuni riconoscimenti che menziono per mettere meglio a fuoco le potenzialità di questa band . Il primo album si intitola “Pai Nai” ed è del 2003, un lavoro che gode di una fortissima personalità. Con esso creano nuove coordinate nel panorama “Indie” italiano. L’idea di formare la band viene al neolaureato in psicologia Gianmarco Carlucci (in arte Lord), il quale si avvale dell’aiuto dell’amico Sergio Erasmo Ferrari (Methel). I nomi che si aggirano attorno al progetto si susseguono numerosi nel tempo, dai due batteristi Max De Bernardini e Nino De Natale ad Alessandro Antonaroli, Andrea Mieli, Patrick Flabiano e Francesco Cerroni.

Il nome coniatosi è davvero curioso ed è scaturito dall’unione di “Methel”, una pianta cresciuta nel giardino incolto di Sergio Ferrari e “Lord”, come dicevo prima è il soprannome di Giacomo Carlucci, a lui affibbiato dopo l’interessamento dimostrato per l’elettronica. La musica che si ascolta in questo “Steps Of A Long Run” non è altro che la naturale evoluzione di “Pai Nai”. Gli artisti oggi sono più forti, grazie anche all’esperienze avute in campo del teatro sperimentale e le date dal vivo.

Certo è che “Escape From Significance”, il brano apripista del disco, non è certo di facile collocazione. L’elettronica, il Jazz e la ritmica ossessiva lo rendono alquanto sperimentale. Spiritoso ed eclettico il successivo “Pizza Mafia & Mandolino” dove il sax la fa da padrona. Stile moderno contrapposto al classico nella sperimentale ed ironica “Gnd & Gna”. Il cantato è soprattutto in inglese, la band si diverte ad esprimersi in un stile maccheronico simpatico e diretto. “ Maybe” si accosta in un certo qual modo al territorio psichedelico ed etereo dei Porcupine Tree, grazie anche all’uso delle chitarre e delle voci campionate. Con “Dear Tony” la band fonde il proprio sound con quello di un grande sassofonista, Tony Formichella. Tony riesce a soggiogare le trame elettriche di sottofondo amalgamandole perfettamente con la melodia soffice del proprio stile.
Diapositive sonore che si stampano nella mente dell’ascoltatore le ritroviamo in “Hippocondriac” e rappresentano immagini astratte dai colori forti e caldi. La musica proposta da questi bravi artisti non è dunque di facile ubicazione, in realtà la ricerca sonora è il life motive del disco, anche in frangenti più pacati ed acustici come nella bellissima e sussurrata “Washed Untrue” dal ritornello Beatlessiano. “Grandfather” conclude l’ascolto in maniera superlativa, con un solo di chitarra da pelle d’oca.

“Steps Of A Long Run” è un cd da gustare come un bicchiere di Whisky, con calma e meditazione. L’avanguardia italiana ha un futuro sicuramente roseo se continuano ad uscire realizzazioni di questo livello. MS


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