Rock Impressions

Meldrum - Blowin' Up the Machine MELDRUM - Blowin' Up the Machine
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2007


Le Meldrum sono un trio di ragazze che stanno sollevando un bel polverone nel mondo del metal al femminile. Nel 2001 è uscito il loro debutto, poi sono andate in tour con i Black Label Society del folle Zakk Wylde, dopo di che hanno supportato niente meno che i terribili Motorhead. La singer è stata chiamata anche come special guest per il dvd del trentennale dello storico gruppo e Lemmy ha ricambiato il piacere cantando in un brano del presente album. Del resto l’oltraggioso singer dei Motorhead ha sempre avuto un debole per le donne che fanno metal, lo abbiamo visto al fianco delle grezze Girlschool e anche della sguaiata Wendy O’Williams dei Plasmatics, non sorprende quindi trovarlo coinvolto anche in questo nuovo progetto metal al femminile.

Il gruppo prende il nome dalla biondissima chitarrista Michelle (Wargod, Phantom Blue), alla voce troviamo l’aggressiva Moa Holmsten dagli occhi di ghiaccio e al basso c’è Frida Stahl che ha uno sguardo che non promette niente di buono, alla batteria in alcuni brani come guest c’è il famoso Gene Hoglan (Wargod, Dark Angel, Death, Testament e Devin Townsend) amico di gioventù della bella Michelle, gli altri sono suonati da Linda McDonald (Phantom Blue).

La musica proposta dalle nostre è un potente mix di crudo heavy metal alla Motorhead e di moderno Nu Metal, nessuno dei due generi prevale sull’altro, ma si amalgamano a vicenda. Un disco che esce dal repertorio tipico della Frontiers che verte principalmente sull’hard rock americaneggiante, probabilmente il look di queste “cattive” ragazze ha avuto la meglio sulla linea della label, ma devo dire che potrebbe rivelarsi un autogol. Le Meldrum ce la mettono proprio tutta e sfoderano una grinta non comune in un gruppo di “dolci” donzelle, ma di talento se ne sente davvero poco. Il disco sembra un classico prodotto fatto per attirare l’attenzione dei maschietti pruriginosi. Se al metal tendente all’estremo le nostre avessero aggiunto un tocco di sensualità, di erotismo e non solo della rabbia cieca e violenta forse il giudizio poteva essere diverso. Ci sono così tanti gruppi che hanno fatto dell’ottimo metal estremo che non si sentiva proprio il bisogno di questo album, ma se proprio non potete farne a meno…

Credo che la dimensione migliore per le Meldrum sia quella live, sul palco possono sfogare tutta la loro rabbia e stregare il pubblico con la loro avvenenza, su disco servono anche altri argomenti che in questo non sono proprio emersi. GB

per un assaggio: http://www.myspace.com/meldrumrocks


Indietro alla sezione M