Rock Impressions

JOHN MARILLION and the BLUES BREAKERS
Palazzetto San Bernardino - Chiari (BS), 15 Luglio 2007
di Giancarlo Bolther

Mi emoziono sempre quando posso incontrare degli artisti che hanno fatto la storia del rock, così ho provato una certa emozione recandomi a Chiari per assistere al concerto del mitico John Mayall con i suoi Bluesbreakers, in altre parole il fondatore del cosiddetto “blues bianco”. Per i più giovani dirò solo che nel ’66 un giovane e ancora poco conosciuto Eric Clapton (ma la sua stella era già in rapida ascesa) suonò con Mayall sul disco Blues Breakers with Erci Clapton (Decca) un disco che è diventato un classico del genere.

Appena arrivato al complesso del centro di San Bernardino vedo un capannello di persone assiepate attorno al banchetto dei ciddi più nutrito del solito. Incuriosito mi avvicino e con mio grande stupore vedo che John in persona cura le vendite del suo ultimo album che autografa ad ogni copia venduta e si concede anche con grande simpatia per foto ricordo a chiunque glielo chieda. Mi fa una certa impressione vedere la sua disponibilità, magari tutti gli artisti fossero così aperti e generosi.

Nel frattempo stava suonando un gruppo italiano (ho scoperto dopo che si chiamano Granny Says), ma essendo arrivato un po’ tardi non sono riuscito a godermi per bene la loro esibizione. Per quanto ho ascoltato non suonavano male, ma avevo l’impressione che mancasse loro quel tanto di esperienza che nel blues fa la differenza. Comunque la loro prestazione era gradevole e il pubblico ha risposto con calore.

Quando però sono saliti sul palco i Bluesbreaker la platea si è scaldata sul serio ed è salito un sussulto di approvazione. Il primo a presentarsi sul palco è stato il batterista italo irlandese Joe Yuele, che sembrava un attempato roadie intento a fare i suoni dello strumento, dopo aver scambiato qualche battuta col pubblico delle prime file ci si è resi conto che il drummer era proprio lui, che sound che esprimeva nei suoi giri!!! Poi è arrivato il turno del mastodontico chitarrista texano Buddy Whittington, c’è stato un momento di ilarità quando il nostro eroe non riusciva ad allacciarsi la tracolla della chitarra a causa della sua circonferenza toracica, l’ilarità generale è però passata in fretta come il nostro ha cominciato a suonare, perché aveva un tocco veramente carico di feeling e di passione che ha ammutolito tutti. In particolare mi ha esaltato subito quando ha proposto in apertura del concerto una cover degli ZZ Top.

Il blues è un genere che sembra non morire mai, che continua a regalare emozioni ai suoi irriducibili appassionati ed era bello vedere un pubblico eterogeneo composto sia da ragazzi che da sessantenni. Mayall il blues lo possiede e allo stesso modo i musicisti che ha con lui, insieme fanno magie e catapultano gli spettatori in un sogno dal sapore americano. Durante lo spettacolo John ha suonato sia alle tastiere che alla chitarra e ha regalato un fiume di emozioni. Nonostate l’età sul palco non si è risparmiato e il concerto è stato impeccabile. Fra classici e nuovi brani il cuore dei presenti si è scaldato a dovere ed è stato quasi triste accettare che ad un certo punto lo spettacolo era finito. Ma nel cuore di tutti i presenti si leggeva una grande soddisfazione. Ce ne fossero di artisti così. GB

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