Rock Impressions

Max Meazza & Pueblo - Race Against Destiny MAX MEAZZA & PUEBLO - Race Against Destiny
Desolation Angels
Distribuzione italiana: I.R.D.
Genere: Rock Blues
Support: CD - 2009

Nel giro di un mese ho assistito a tre concerti di rock blues, tutti con grande partecipazione di pubblico, una dimostrazione di come questo genere sia ancora vivo, anche perché i giovani non mancavano e vista la lunga storia di questa musica la cosa è abbastanza sorprendente. Perché questa introduzione? Perché Max Meazza è un veterano del classic rock e del blues. La sua carriera discografica inizia nel 1975 con il disco Pueblo dell’omonima band e il singolo Mariposa che ha venduto circa cinquanta mila copie, ma subito dopo Max decide di itraprendere la carriera solista, che lo porta ad incidere il suo primo album Shaving the Car nel 1981, oggi lo ritroviamo col suo ottavo sigillo in studio registrato con i vecchi amici. Una carriera spesa all’insegna di una produzione coerente e di qualità, che non ha mai seguito le mode del tempo, ma che si è sempre rivolta ad un pubblico dai gusti compententi e raffinati.

Questo nuovo disco è un atto d’amore per la musica che da sempre accompagna Meazza, Solid Air è un morbido brano di John Martyn, artista scozzese scomparso da circa un anno, blues jazzato che ci cala in un’atmosfera rilassata, di gran classe, impreziosito da un solo di chitarra di Gigi Cifarelli. Subito dopo arriva “Down and Dirty”, una cover dei Bad Company, una band molto cara a Max, si passa quindi ad un hard rock diretto e coinvolgente, il solo questa volta è fornito dall’italo australiano Rob Tognoni (uno dei tre artisti che ho molto apprezzato dal vivo in questo periodo), che ha un chitarrismo molto energico, la voce graffiante di Meazza si esalta in questo blues sporco e cattivo. Bel rock blues, molto classico, in “Gamblin’ City Blues”, il primo brano scritto da Meazza, da qui fino al penultimo sono tutti suoi. L’ultimo, manco a dirlo è “Rock Steady” di Paul Rodgers, se non è amore questo... Comunque tutto il disco è di ottima qualità e i brani sono scritti con mano felice, si sente tutto il peso della classe e dell’esperienza di questo nostro artista.

Ascoltando questo cd viene da chiedersi perché in Italia sia ancora così difficile fare rock, quando in realtà abbiamo artisti come questi, dischi come questi e un pubblico che dimostra di capire ed apprezzare, manca solo una cosa… l’interesse dei mass media nostrani, il resto c’è tutto. GB

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