I Mantram sono una band italiana di Metal alternativo, proveniente
da Roma. Iniziano a suonare assieme nel 2003 ed incidono subito tre
pezzi in un demo-tape. Il loro suono aggressivo con gli anni smussa
i propri spigoli e questo grazie soprattutto alle esperienze live.
L’amalgama si raggiunge assieme alla personalità ed al
carattere. Nel 2007 dunque è la svolta, grazie a questo disco
autoprodotto dal titolo “Silent Steps Outside”. Ce n’è
per tutti i gusti fra i solchi di questo cd, ma soprattutto per coloro
che seguono band come i Faith No More o gli Incubus. I componenti
dei Mantram rispondono ai nomi di Daniele Russo (voce – chitarra),
Giovanni Lipford (chitarra), Matteo Marciano (basso) e Laura Colarieti
(batteria). I brani sono tredici per tre quarti d’ora di musica.
I Mantram non sono approssimativi, dosano le energie e curano molto
il lato strutturale del brano, rispettando riff e ritornello con precisione
e buone melodie. Un esempio ne è l’iniziale “The
Torture”. Anche il lato vocale non è lasciato al caso,
gli arrangiamenti con i cori di accompagnamento impreziosiscono l’ascolto.
Ci sono frangenti anche più speed, come in “Help Me”,
dove Laura da una buona prova ritmica. Cambi umorali e di ritmo fanno
entrare l’ascoltatore in un altalena di sensazioni. Con questo
non vorrei far sembrare “Silent Steps Outside” un disco
complesso, anzi, malgrado l’alternativo direi che tutto scorre
con freschezza e naturalezza. “Spitting Blod” è
un brano molto “live”, sicuramente da cantare assieme
saltellando sotto il palco.
Di tanto in tanto serpeggia nervosismo, come in “Stubborn Society”
ma ci pensa il ritornello a riportare il tutto nel binario della melodia,
cosa a cui i nostri tengono molto. “A Day Like The Other”
mostra i punti di riferimento dei Mantram, ecco dunque fare capolino
anche i System Of A Down ed i Faith No More (solo per citare due nomi
a caso). “Wintershadow” è un ulteriore prova di
forza e carattere e Daniele Russo è il trascinatore grazie
anche ad un eccellente prova vocale. “God = Fate” è
praticamente un Hit, grazie ad un ritornello efficace e ad un evolversi
ruffiano e piacevole. Il disco scorre molto bene e se devo trovare
un difetto è impresa ardua. Tuttavia un neo sono riuscito a
trovarlo nella mancanza di assolo efficaci, cioè è l’insieme
che viaggia all’unisono, trascurando in qualche modo dei momenti
di assolo che forse avrebbero spezzato di più l’ascolto.
Non mancano neppure i brani più ordinari (non nel senso negativo
della parola), come ad esempio “My Damnation” , un classico
per il genere. Breve ed efficace “Game Over”, mentre “Irrational
Anger” è un classico stile Mantram. Resto affascinato
dalla sorniona “Kill Me”, mentre “Out!” rialza
la voce e si presenta come un altro brano da gustarsi in sede live.
Chiude “Broken Keys”, uno dei pezzi più lunghi
del disco grazie agli abbondanti sette minuti.
Non posso eleggere questo onesto lavoro fra chissà quali capolavori
del Metal, non ne ha le carte, ma credetemi se vi dico che i ragazzi
ci sanno fare davvero. Conoscono la materia i Mantram e noi li ringraziamo
per l buone emozioni elargiteci. MS |