Rock Impressions

Mad City Rockers - Black Celebration MAD CITY ROCKERS - Black Celebration
Manuel Jensa Unlimited

Distribuzione italiana: si
Genere: Southern Rock
Support: CD
- 2009


Questo progetto nasce da un idea di Manuel Jensa (ex Ipernova), musicista dell’underground romano, che ha chiamato prima il chitarrista Maurizio Bidoli (Fingernails), poi dopo varie vicende la svolta decisiva arriva con l’incontro di John Garcia dei famigerati Kyuss (e poi anche con Unida ed Hermano), spostatosi negli States arriva anche l’incontro con Mark Duda (The Handful), che darà l’impulso definitivo per la nascita dei Mad City Rockers. Il disco viene registrato negli USA e questo si sente nella resa dell’album che in effetti suona molto “americano”. Un contributo decisivo alla riuscita del tutto l’ha dato anche il batterista Valter Sacripanti che ha collaborato con Ivan Graziani, Nek e la Bertè.

Il genere preselto da questi musicisti è il Southern Rock, che è quasi più una filosofia di vita, che non un genere musicale vero e proprio. Una scelta che sorprende un po’ visti gli artisti coinvolti, un po’ perché sono quasi tutti italiani e un po’ perché Garcia viene dallo stoner, ma questa formazione è stata accettata nella Southern Rock Society, una vera garanzia, una specie di lascia passare che certifica la qualità del progetto. Del resto come abbiamo detto le registrazioni sono state curate degli States e questo ha giovato molto al risultato finale, non sono del tutto convinto che non si sarebbero potuti ottenere gli stessi risultati qui in casa nostra, ma indubbiamente la scelta è stata azzeccata.

Undici composizioni roventi e taglienti, grazie ad un southern vivace, legato alla tradizione, ma non nostalgico, hard rock quanto basta, non troppo legato al blues più classico e comunque molto pulsante, ottime le prove di ogni musicista. Ogni brano è di buon livello, non c’è una canzone che spicca sulle altre, e c’è anche una certa omogeneità che da coesione all’album.
Molto curato l’artwork del cd, che esce in due versioni, che merita una menzione. Certo se penso a certe produzioni degli anni d’oro del genere, sento anche una certa distanza da questo disco, non perché non sia bello, ma perché mi sembra manchi un po’ di quello spirito selvaggio che animava certi dischi, ma Black Celebration è un buon disco che, se suonato ad un volume adeguato, può regalare più di un’emozione. GB

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