| La 
            copertina di questo disco mi aveva fatto pensare ad un'opera di prog 
            oscuro e maligno, invece, con grande sorpresa, trovo dodici composizioni 
            molto delicate e sognanti. Un prog molto poetico ai limiti dell'ambient.
 Alan Loo è un chitarrista molto raffinato, che si ispira ad 
            artisti come Jan Pascal Boffo e alle cose più soft dei Pendragon. 
            I brani che propone in questo lavoro sono tutti strumentali, la musica 
            fluisce leggera e incantevole, anche se spesso si ha la sensazione 
            di sentire melodie già sentite, come se si stesse ascoltando 
            un album di ricordi, come se fosse musica che è entrata a far 
            parte di noi.
 
 Le buone idee non mancano come nel brano "Memories" dalle 
            atmosfere un poco più robuste e nella successiva "Napoleon 
            Way" una marcetta carina, anche se un po' troppo allegra, le 
            campagne militari di Napoleone non sono state certo delle scampagnate, 
            comunque il tasso di originalità resta sempre piuttosto basso. 
            Troviamo anche qualche accenno di jazz in "Midnight Sun", 
            ma niente di miracoloso, sembra un brano caraibico fuori posto.
 
 Ad accompagnare Loo troviamo il tastierista Jerome Moschini, Luc Vermont 
            al basso e Alain Burgher alla drum machine, più alcuni ospiti. 
            La batteria elettronica è decisamente fuori luogo e da un tocco 
            freddo e impersonale alla musica, accentuando ancora di più 
            il lato puramente ambient, quasi new age, di questo disco. Gli amanti 
            delle melodie poetiche e sussurrate gradiranno questo lavoro, gli 
            altri no. GB
 |