Rock Impressions

LIVING COLOUR - Live al Motion di Zingonia (BG) 03/10/03
di Giancarlo Bolther

Ieri sera sul palco del Motion di Zingonia sono saliti i ritrovati Living Colour, occasione eccezionale per rivedere lo storico gruppo newyorkese, che di fatto ha lanciato il crossover fra il funky e l'heavy metal, in tour per presentare il nuovo album Collideoscope.

Il locale era pieno di spettatori e fra il pubblico si coglieva una folta schiera di musicisti accorsi ad ammirare i quattro formidamili musicisti. Come la band sale sul palco non ce nè più per nessuno: Vernon Reid è un virtuoso incontenibile e istintivo, il suo approccio alla chitatrra è selvaggio (è un complimento!), non ha nulla di impostato o di scolastico, i suoi fraseggi possiedono una intensità dirompente che tiene l'audience inchiodata ad ammirare, sul palco è un vero animale, salta scherza, incita i compagni, incanta. Doug Wimbish ha una forza straordinaria oltre ad una grande carica di simpatia che contagia tutti, quando attacca a pompare sul basso non c'è più nessuno che riesce a stare impassibile al ritmo imposto dal nostro. Will Calhoun in apparenza è quello che sembra più tecnico, fa delle cose da panico con una precisione disumana, ma ascoltando con più attenzione si capisce che è solo questione di feeling. Corey Glover è un cantante fenomenale, ha una potenza incredibile e anche una grande estensione (mi ha buttato giù un timpano!), gioca col pubblico, lo tiene in pugno come un incantatore trascinandolo sulle onde di una musica irresistibile.

Il repertorio proposto verteva in larga parte sui nuovi brani dove troviamo con grande sorpresa la cover di "Back in Black" con un Glover che imita alla perfezione Johnson riuscendo anche a superarlo. Il secondo brano proposto è "Funny Vibe" e il pubblico esplode in un boato di approvazione, ma anche i nuovi brani vengono accolti con calore. I Living mantengono fede alla loro tradizione e offrono uno spettacolo multicolore, spaziano dal reggae al metal estremo, passando anche per il jazz sperimentale, il tutto proposto con una grande naturalezza. Le nuove tecnologie si mischiano e giocano con la tradizione, così vediamo i tre strumentisti dotati ciascuno di un computer che usano come uno strumento aggiuntivo, anche se rimane assolutamente in primo piano l'uso più "classico", se si possono definire "classici" i suoni che Reid e compagni estraevano dai propri strumenti. In chiusura viene proposta "Cult of Personality", il brano che li ha imposti all'attenzione del grande pubblico e che resta il loro pezzo più incisivo e trascinante.

Sono veramente felice che questo gruppo sia tornato e che sia in splendida forma e penso che mi ricorderò per un bel pezzo la loro esibizione. GB



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