Rock Impressions

GREG LAKE - Firenze, 05/12/12
di Angela Peccerini
Fotografie di Franz Soprani

Greg Lake - Live in Firenze 2012


Nell’atmosfera raccolta di un Viper Theatre attento e composto, Greg Lake ripercorre assieme al pubblico gli highlights dei suoi oltre quaranta anni di leggendaria carriera.

Come in uno stream of consciousness, il ritmo dei ricordi e degli aneddoti - gustosi e carichi di emozione personale – a corredo di ogni pezzo introdotto scorre liberamente nel tempo e nello spazio del grande frontman, bassista e chitarrista. Lake non esita a condividere con tutta la platea fiorentina il diario in musica della propria carriera, e mescola con maestria i propri livelli di coscienza di musicista, dal bambino Greg che sognava una chitarra (esperienza tradotta in musica in Lucky Man, composta proprio con i primi accordi imparati da undicenne), all’adolescente fan accanito di Johnny Kidd and the Pirates, fino ai capolavori assoluti concepiti con i King Crimson prima e nel sodalizio con Emerson e Palmer poi, senza trascurare gli incontri, i luoghi, le vicende che hanno segnato negli anni tutta la sua vita artistica.
Ad introduzione di I talk to the wind, per esempio, Lake narra la tragica vicenda del poco più che ventenne Barry, artista ispirato e sfortunato, il cui cuore si arrestò solo pochi giorni dopo aver consegnato a Fripp e soci, dipinta su un banale cartoncino marrone ritagliato, quell’immagine del volto dell’Uomo schizoide del Ventunesimo Secolo che divenne la copertina di una delle pietre miliari della musica moderna, In the Court of the Crimson King.

Controbilanciando tragedia e commedia, come la coerenza con le sorti della vita impone ad uno show che si propone come autobiografico, Greg Lake passa subito dopo a raccontare gli incontri più recenti e piacevoli, su tutti quello con Ringo Starr e dei Beatles esegue una fedele ma gustosa versione di You've Got to Hide Your Love Away.

Il palco spoglio, essenziale; l’allestimento limitato alle sole chitarre che Lake suona nella serata, una sedia e qualche album di cui chiacchierare. Poche luci, soffuse, ad illuminare appena l’artista e lo strumento che sta suonando.
Tutto è confidenziale, intimo, in divenire.

L’imminente arrivo del Natale chiama, com’è ovvio che sia, I Believe in Father Christmas. Il ricordo di un lontano pomeriggio a Parigi, all’ascolto di un’emula di Edith Piaf, apre al pubblico il processo creativo a monte di C’est la vie.
Composizioni strumentali come Karn Evil 9, maestose, talvolta curiose con il loro sapore di cocktail di sintetizzatore e folk, si alternano alle ballad più romantiche, come Long Goodbye e Still You Turn Me On.
Con la peculiare semplicità degli artisti davvero grandi, Greg Lake regala una magnifica serata di spettacolo, di belle vibrazioni e di splendida musica.

di ANGELA PECCERINI

Greg Lake - Live in Firenze 2012

Flash Forward Magazine


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