Rock Impressions

Khadavra - Hypnagogia KHADAVRA - Hypnagogia
Black Widow 2019
Genere: Prog


Ancora una volta ci troviamo a parlare di una band proveniente dalla Svezia, il nome è sinistro e mi ha ricordato i Morte Macabre, il progetto condiviso da membri degli Anekdoten e dei Landberk nel 1998. I primi sono citati fra le influenze, ma ritengo che anche i secondi abbiano lasciato il segno e un filo conduttore lo possiamo trovare nelle ambientazioni oscure e cariche di mistero di alcuni brani. Il rock proposto dai Khadavra è fortemente psichedelico e prog nel vero senso, cioè quello di unire una totale libertà espressiva ad un tessuto di matrice rock, con ampio uso delle tastiere, qualche accenno post moderno e pennellate misurate di metal.

Ognuna delle sei composizioni presenti in questo secondo album andrebbe analizzata, possiamo dire che le parti strumentali sono prevalenti, con lunghe cavalcate oniriche e immaginifiche, non a caso parlano di art rock, sezioni che dal vivo possono dilatarsi all’infinito, senza ripetersi, perché già così sembrano frutto di improvvisazioni. Possiamo infatti ricordare lo space rock, però il contesto è abbastanza gotico e notturno. Da un lato se non ci fossero nobili precedenti questo disco sarebbe clamoroso, ma possiamo serenamente metterlo al fianco di tanti grandi album perché non sfigura al confronto.
I Khadavra proseguono nel compito di scavare i meandri del prog umorale, quello che parte nelle nostre viscere, da una pulsazione interna, e che arriva ad avvolgere tutto il nostro essere in un folle trip. GB




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