Rock Impressions
 

INTERVISTA CON AKIHISA TSUBOY DEI KBB (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Puoi iniziare con una introduzione alla tua carriera artistica e a quella del tuo gruppo principale, i KBB?
Ho iniziato a suonare il violino all’età di tre anni e ho preso lezioni di violino classico fino all’età di quattordici anni. Poi a quindici anni ho iniziato a suonare con dei gruppi, principalmente a quel tempo suonavo le tastiere e qualche volta ho suonato anche la chitarra. Ho iniziato a suonare seriamente la chitarra solo verso i diciotto anni, a quel tempo suonavo nei club universitari. Ho ripreso a suonare il violino verso i vent’anni per entrare in un gruppo che faceva covers dei King Crimson. È stato più o meno allora che è nato il primo nucleo dei KBB. I KBB si sono formati nel 1992 e io sono l’unico membro rimasto della line-up originale. All’inizio suonavo principalmente la chitarra, ma gradualmente sono passato al violino, che col tempo è diventato il mio strumento principale. Oggi non suono più la chitarra durante i concerti.

Avete creato un live molto emozionante dopo due ottimi album in studio, preferisci la dimensione live o quella in studio?

Mi piace suonare sia dal vivo che in studio, ma il mio approccio è completamente diverso nelle due circostanze. In questo senso produrre un live album è stata una sfida molto difficile, ma sono molto contento del risultato che ne è venuto.

Qual’è stata l’esperienza più bella che hai vissuto con il pubblico?
Il pubblico giapponese tende ad ascoltare con grande attenzione e in modo molto tranquillo. A volte trovo che questa attitudine sia veramente frustrante per me, perché sono convinto che i musicisti riescano a suonare molto meglio quando hanno un pubblico che manda molti feedbacks e quando c’è molta partecipazione da parte degli spettatori. Ma tenendo conto di questo, è sempre molto incoraggiante quando vediamo che il pubblico giapponese si lascia emozionare dalla nostra musica.

Avete suonato al famoso BajaProg, cosa ricordi di questa esperienza?
È stata un’esperienza veramente significativa, il pubblico era molto eccitato. Come ti ho detto i giapponesi sono un pubblico molto tranquillo, che ascolta con grande attenzione per quasi tutto il tempo. Non sto dicendo che uno sia meglio dell’altro, ma per me, in qualità di performer, lo scambio che c’è stato con il pubblico del BajaProg è stato molto bello.

Che tipo di responso avete dal pubblico alla vostra musica?
Il pubblico dei KBB è composto principalmente da fans del progressive rock, ma al tempo stesso abbiamo un numero consistente di fans che non sono legati alla scena progressive..

Come avviene il processo compositivo per i KBB?
Fondamentalmente lo schema è questo: io presento il tema portante di una canzone, in genere si tratta solo di una composizione ancora grezza e di alcune idee sugli arrangiamenti, poi, basandoci sugli arrangiamenti che ho pensato, completiamo in studio gli arrangiamenti finali dei brani.

Il violino non è uno strumento molto comune nel rock, ma ci sono dei dischi molto importanti con il violino come quelli fatti dagli High Tide, anche Peter Hammill ha suonato con un violinista, sei stato influenzato da questi artisti o hai cercato strade nuove?
Non ho mai ascoltato nessuno degli artisti che mi hai citato. Sono stato influenzato da molti violinisti, più o meno da violinisti che per la maggiore non venivano dalla musica classica. In particolare per me è stata una grande soddisfazione fare una session con David Gross due anni fa.

Che musica ti piace ascoltare? Quali sono i tuoi artisti preferiti e quelli che ti hanno più influenzato?
Sebbene io ascolti molto progressive rock, non conosco molti gruppi rari. Di solito mi piace ascoltare canzoni che non siano interamente strumentali. Quando ascolto musica strumentale allora ascolto principalmente quella suonata con il violino. Sono stato influenzato da molti artisti: Mauro Pagani, Jean-Luc Ponty e Didier Lockwood sono stati quelli che mi hanno influenzato di più per il violino. Fra gli artisti giapponesi, considero Keisuke Ohta una grande influenza.

Conosci degli artisti italiani?
PFM, Arti e Mestieri e Deus ex Machina sono tra i miei preferiti.

Cosa pensi dell’attuale scena progressive?
Con una maggiore mescolanza di diversi tipi di musica, molti artisti riescono ad attirare sempre più appassionati di musica progressive, anche quando questi gruppi non pensano di appartenere alla scena progressive. Personalmente non sono molto interessato ai gruppi che fanno prog convenzionale. Ho trovato che la scena rock underground giapponese attuale è molto interessante.

Mi è piaciuto molto l’album ERA, mi ha coinvolto emotivamente, mi puoi raccontare come è nato?
L’inizio di ERA è partito da una session che io e Kido abbiamo fatto in un live cafe in Tokyo. Abbiamo iniziato ad essere un gruppo quando abbiamo proposto le nostre registrazioni dal vivo alla Poseidon Records. Oggi ERA è diventato il nome del progetto.

Quindi suonerai ancora con Kido in futuro (ndr nel frattempo è uscito il secondo album di questo progetto)?
Con gli ERA attualmente sono molto impegnato dal vivo e stiamo lavorando alla stesura dei brani per il nostro terzo album.

Cosa mi puoi dire della scena musicale attuale nel tuo paese?
In Giappone vendono bene le canzoni che la gente può cantare con il karaoke o che sono pubblicizzate da famose serie televisive. Mentre il mercato per i gruppi strumentali come i KBB è molto ristretto, ciononostante andiamo avanti col nostro lavoro senza perdere la speranza.

Quanto sei connesso culturalmente con la tua terra?
Spesso faccio delle sessions con artisti tradizionali giapponesi. È piuttosto difficile da portare avanti, perché ci sono molte differenze, molti modi diversi di suonare, seguire i ritmi e le pause, è piuttosto diverso rispetto al modo occidentale di fare musica, ma al tempo stesso è molto interessante.

Gran parte dei gruppi giapponesi che arrivano sul mercato occidentale coi loro dischi suonano con uno stile europeo o americano, perché si sentono poche influenze della vostra cultura tradizionale?
Ci sono molti tentativi di collaborazioni con i musicisti tradizionali in Giappone, ma sono pochi quelli che riescono a uscire sul mercato internazionale. La musica giapponese spesso è molto difficile per il grande pubblico e quando è fatta in modo da poter piacere abbastanza ad un range più allargato di persone, di solito perde le sue caratteristiche orientali. Probabilmente c’è un dilemma anche per la rappresentazione dal vivo, in merito a quanto lento si possa suonare.

Secondo te quali sviluppi ci saranno nel progressive per i prossimi anni?
Non saprei risponderti, perché non so nemmeno che musica farò io e con chi nel prossimo futuro!

Come vivi la realtà quotidiana fuori dal gruppo? Che tipo di persona sei come uomo e come artista?

Non posso dirtelo, è un segreto!

Questi sembrano periodi molto oscuri. Cosa ne pensi, sei ottimista o temi il futuro?
Sono abbastanza ottimista, anche se sono preoccupato. Cerco di pensare che le cose ogni tanto possano cambiare anche in meglio.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Voglio finire il prossimo album dei KBB, che dovrebbe essere finito entro quest’anno.

GB

Recensioni: Lost and Found; Four Corner's Sky; Live 2004; Proof of Concept

Artisti correlati: Ausia, Tsuboy Akihisa Duo (ERA); Strings Arguments

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