Rock Impressions

Kamelot - Silverthorn KAMELOT - Silverthorn
Steamhammer SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD
- 2012
Voto: 80/100


Per il decimo studio album, i symphonic metallers Kamelot hanno dovuto affrontare il secondo cambio di vocalist della loro storia a causa della fuoriuscita del carismatico Roy Khan il cui posto è stato affidato dallo scorso giugno allo svedese Tommy Karevik (Seventh Wonder), sostituzione che, come sempre, creerà discussioni e fazioni all'interno dei fans della band, ma alla fine non mi sento di dover imputare alcuna colpa ad alcuno in quanto le composizioni scorrono nella loro sinfonica epicità metallosa e sebbene Karevik abbia con Khan maggiori affinità di quante ne avesse l'altro candidato al microfono Fabio Lione (Rhapsody Of Fire, Vision Divine), la scelta finale non apporta detrimento alla nuova proposta discografica. E togliamoci pure il discorso delle esecuzioni in quanto siamo dinanzi a signori musicisti che conoscono bene i propri strumenti e li sanno usare con grande abilità e tecnica.

Passando all'analisi delle composizioni, mi sento di affermare che il nuovo album racchiude in sè gli elementi caratterizzanti di "Karma" e "Ghost Opera", con un pizzico di goticità ereditato da "Poetry For The Poisoned", e se è vero che Tommy copia lo stile di Khan nelle note più basse e in certe sue espressioni, è anche vero che rispetto all'illustre predecessore norvegese riesce ad estendere la propria voce su ottave più acute.

Due minuti di intro ("Manus Dei") ed ecco esplodere l'uptempo "Sacrimony (Angel Of Afterlife)" (il video ufficiale lo potete vedere su youtube al seguente indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=ORAc_hx33-Q) che ospita interventi femminili di Elize Ryd (Amaranthe) e Alyssa White-Gluz (The Agonist), per un risultato probabilmente non eccezionale, ma che raggiunge lo scopo di lasciare una traccia nella memoria dell'ascoltatore. Personalmente ho maggiormente apprezzato l'urgenza sinfonico/melodica di "Torn", le malinconiche power-ballads "Song For Jolee" e "Prodigal Son" superbamente interpretate da Karevik, l'orchestrale arrangiamento di "Veritas" arricchito dal Silverthorn Choir fra cui spiccano Amanda Somerville, Elize Ryd, Thomas Rettke e Simon Oberender.

Sicuramente qualcuno resterà deluso dal poco coraggio dimostrato dai Kamelot nell'aver perseguito lungo le stesse, rodate coordinate musicali che avevano con Roy Khan, ma diamo tempo alla band di trovare il giusto affiatamento col nuovo arrivato e, come spesso accaduto in passato, ciò si trasformerà in un rinnovato slancio verso sempre più personali e qualitativamente elevate vette artistiche. Intanto io non li crocifiggo e me li godo. ABe

Altre recensioni: One Cold Winter's Night
; Ghost Opera, the Second Coming

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