Rock Impressions

Jorn - Live in America JORN - Live in America
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Heavy Metal
Support: 2CD - 2007

Questa non è la prima volta che incontro Jorn e chi mi legge sa già come la penso su di lui, per me è semplicemente una delle ugole più belle uscite negli ultimi dieci anni, uno dei più quotati eredi dei grandi singers degli anni settanta, con Ronnie James Dio in testa, non è solo un caso se in una decina di anni lo abbiamo già apprezzato in una ventina di album! Poterlo quindi valutare con questo esaustivo doppio live è molto importante per capire se quanto sentito in studio corrisponde veramente alle sue doti naturali.

La scaletta parte con “We Brought the Angels Down” un brano cadenzato buono per scaldare la voce, Jorn è caldo e graffiante e questa canzone le mette subito a proprio agio, ma è altro quello che si vuole ascoltare da lui. Con l’enfasi hard di “Blacksong” le cose migliorano e già il nostro inizia a prendere il volo, ma siamo ancora all’inizio. Le canzoni sono tratte dai suoi sei album solisti e sono via via un crescendo, si passa per la vitaminica “Are You Ready”. L’attenzione è tutta concentrata su di lui, ma c’è da rilevare che anche la band al suo seguito, composta da Tore Moren e Jorn Viggo Lofstad alle chitarre, Steinar Krokmo al basso, Lasse Fribraten alle tastiere e Willy Bendiksen e Stian Kristoffersen alla batteria, si dimostra molto agguerrita e potente. Bell’assolo di chitarra in “Cold Sweat”, brano seguito da un potente e drum solo. L’apoteosi arriva con “Out to Every Nation”, con il nostro che è in forma smagliante con un brano davvero all’altezza delle sue capacità. Segue un guitar solo un po’ riempitivo, ma il meglio deve ancora venire, perché il primo dischetto si chiude con l’epica e indimenticabile “Straight Throug the Heart”, tratta proprio dal primo disco solista di Ronnie, e devo dire che sembra proprio che lo spirito del folletto del metal si sia impossessato delle corde vocali di Jorn, che brividi!

Il secondo cd parte con la teatrale “Godless and Wicked”, questo è il terreno dove Lande esprime al meglio le proprie doti di grande interprete, se fosse per me lo vorrei sempre alle prese con brani così visionari. Molto bella anche “Soulburn”, si rivive proprio l’atmosfera dei grandi live album del passato. Altro classico irresistibile è “Perfect Strangers” che ha segnato la rinascita dei Deep Purple negli anni ottanta, quando tutti li credevano ormai morti e sepolti, il trattamento di Jorn è più che all’altezza, anche se la voce di Gillan è più morbida. La splendida “Gonna Find the Sun” precede un medley finale con quattro brani dei mitici Whitesnake, non ci sono commenti.

Gli ultimi tre brani del secondo cd sono una nuova brillante versione studio di “Out to Every Nation”, un medley dei Black Sabbath con “Lonely is the World”, “Letters From Earth” e in finale “Sign of the Southern Cross” (manco a dirlo tutte prese dal repertorio con Ronnie) e infine l’inedita “Sacrifical Feelings” molto hard rock stile Whitesnake.

Con questo album non ci sono più dubbi, è come se Lande avesse dichiarato lui stesso di essere l’erede di alcuni singers e non possiamo certo dargli torto, le sue interpretazioni sono impeccabili e ricche di emozione. Inoltre anche nel suo repertorio solista dimostra di privilegiare uno stile molto settantiano, legato a certo heavy epico, ma anche all’hard rock venato di blues. Il futuro di questo talento è ancora tutto da scrivere, ma di certo ci riserverà delle grandi e nuove emozioni. GB

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