Lavoro, sudore, strada, perseveranza e passione, quando questi elementi
sono legati fra di loro in uguali dosi, il risultato è: Rock.
Quando poi chi lo propone vive nell'era contemporanea della tecnologia
e del download furioso, lasciatemelo dire, è degno d'encomio.
Si è detto e ridetto che il Rock è uno stile di vita
e questo i The Jones Bones lo sanno e ne colgono le sfumature.
Luca Ducoli, chitarrista e voce è il fulcro dell'evoluzione
della band, la quale negli anni muta di line up e passa attraverso
avversità, il tutto partendo dal 2001. Nel 2005 escono con
il primo lavoro autoprodotto intitolato "Rock'n Roll Is A Lifestyle"
(a sottolineare quello che ho citato poche righe fa). Segue nel 2009
"Electric Babyland", album di canzoni di caratura melodica,
fino ad arrivare al 2012 con questo "Stones Of Revolution"
suddiviso in undici tracce fra Blues, Rock e Country.
La formazione si stabilizza con Luca Ducoli (chitarra e voce), Frederick
Micheli (chitarra e voce), Paul Gheeza (basso) e Brian Mec Lee (batteria).
Bicchiere e sigaretta non mancano, spingendo lo stile Rock per la
sua strada naturale. Numerosi gli special guest che accompagnano il
corso dell'album che si apre con la chitarra acustica di "Free"
ed il cantato rigorosamente in inglese. Sensazioni di libertà
nell'aria a cavallo fra Folk e Country. "Alright For You"
è il primo brano elettrico ruvido e diretto, supportato da
cori in stile Rolling Stones.
Le canzoni sono di facile memorizzazione ed a stento si può
trattenere fermo il piede che parte a nostra insaputa, al ritmo del
Rock. Notevole "All For The Money" la quale non nasconde
alcuni richiami ai Ramones. In "Help Me" si possono ascoltare
anche fiati a testimonianza di una apertura mentale in ambito musicale
da parte di questi quattro rockers. Questa volta sono i Beatles a
venire in mente e tutto ciò corona la cultura sonora a bagaglio.
Ma il territorio nel quale si trovano più ad agio è
quello di "Lost Cause" e dei Rolling Stones. Tutto scorre
alla meraviglia ed il divertimento è assicurato, ascoltate
"Leave This City" ed entrate con tutti e due i piedi nel
Rock'N Blues, fra pause e riff graffianti.
"Stones Of Revolution" piacerà al 100% a tutti coloro
che dall'anima strabordano Rock ed i The Jones Bones non scherzano
per niente, contribuiscono ad esuberare questo carburante adrenalitico.
Solo un consiglio posso dare, forse mancano alcuni assolo più
duraturi e penetranti, per il resto solo complimenti. MS
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