Siete
disposti a percorrere un viaggio senza tempo, cullati da nenie ancestrali
dal sapore orientale? A discapito del nome, questo è un disco
che rievoca continuamente atmosfere mediterranee.
Un cantato femminile sognante si alterna a quello maschile altrettanto
onirico. Come sottofondo troviamo un abbondante uso di percussioni
e di tastiere per una musica sussurrata. Dark Ambient ed Etnico di
buona fattura, che paga un forte tributo ai grandi Dead Can Dance
e ai gruppi che negli anni ne hanno seguito le orme.
Note soffuse come il volo leggero dei gabbiani sul mare, come il cadere
dolce delle foglie in autunno. Un angolo di poesia antica e semplice
come le sculture primitive. E' un invito alla meditazione, alla contemplazione
di tesori nascosti alla massa della gente che continua inesorabilmente
a correre lungo vie invisibili di auto distruzione.
Emozioni mormorate con pudore e semplicità a voler dimostrare
che, dietro il velo del grigiore quotidiano, esiste un mondo carico
di vitalità. Una danza leggera, a volte triste, come il lento
succedersi dei giorni, ma è una tristezza serena e affascinante.
Non è un disco essenziale, ma, se cercate delle emozioni poetiche,
qui le potete trovare. GB |