Rock Impressions

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******* OVER THE TOP *******
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Horslips - Live HORSLIPS - Live
Horlips Records / Edsel
Genere: Celtic Rock / Prog / Hard Rock
Support: 2Lp 1976 - 2CD 2000


È da tanto che desidero scrivere qualche riga su questa band e in particolare su questo live. Gli Horslips sono il primo gruppo che ha unito il rock alla musica folk celtica irlandese, questo è accaduto nei primi anni ’70, hanno anche conosciuto un certo successo ma verso la fine del decennio, col tentativo di approdare negli States, hanno abbandonato il lato più folk e hanno perso terreno fino a sciogliersi.

Il loro nome è patrimonio di pochi appassionati e questo per me è un mistero, perché sono una band eccezionale. Mi piacerebbe cercare di capirne i motivi, visto anche il successo commerciale che il mix di musica celtica e rock ha avuto in seguito, forse hanno precorso troppo i tempi? Sta di fatto che circa nel 1990 si è creato un certo interesse per il celtic rock e questo ha favorito il loro ritorno sulle scene e a tutt’oggi la band si esibisce con regolarità dal vivo.

La loro musica pesca a piene mani nella tradizione folk della verde isola, questa unita ad una vena hard progressive ha dato vita ad un sound coinvolgente di grande spessore, con ottime parti musicali. La testimonianza migliore è racchiusa in questo disco dal vivo, che considero come uno dei migliori live album degli anni ’70 ma che non vedo mai citato da nessuno. Qualcuno potrebbe chiosare che se nessuno li cita un motivo dovrà pur esserci, sta di fatto che questo che ho davanti è effettivamente uno splendido disco, con una track list che non stanca nonostante manchi la familiarità coi pezzi ascoltati. Il loro testimone è stato poi preso in mano da artisti come i Pogues, gli Skyclad e i Cruachan (potremmo ricordare anche Hevia), poi troviamo tutta una folta schiera di gruppi che sarebbe davvero difficile sintetizzare, non ultimi i nostrani Modena City Ramblers.

Come da usanza si tratta di un doppio album con diciotto brani, che ripercorrono tutta la discografia della band incisa fino a quel punto. Tecnicamente molto preparati, quello che colpisce è la bellezza delle loro composizioni, in alcuni casi le citazioni dei tradizionali ha costituito un terreno fertile a cui attingere, ma la reinterpretazione in chiave rock è personalissima e altamente coinvolgente, poi non mancano pezzi originali. Lunghe parti strumentali si alternano a ballate dal forte sapore folk, mescolando psichedelia, hard rock, prog e tanta voglia di sperimentare. Se volete qualche suggerimento vi consiglio “Forniture”, “Dearg Doom” e “Johnny’s Wedding”, tutte sul secondo vinile, quello più trascinante, anche perché si sa che il meglio viene sempre alla fine, comunque tutto il disco è decisamente godibile.

Mi ripeto, per me resta un mistero come questa band sia sempre stata sottovalutata, però sono sicuro che la saprete apprezzare, soprattutto se amate il tipico sound anni settanta. GB




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