Terzo capitolo per i tedeschi Helrunar dopo il buon “Frostnacht” e niente di nuovo che bolle in pentola. Il trio ci ripropone le micidiali fughe ritmiche disumane ed il growling malefico. Per chi non li conoscesse ancora, dico che si formano nel 2001 e debuttano con il cd “Grafr” nel 2003. La squadra è composta da Sebastian Korkemeier (Skald Draugir) alla voce, Tim Funke (Dionysos) alla chitarra e da Marcel Dreckmann (Alsvartr) alla batteria. Il cantato è in lingua madre e si alterna fra narrazioni, growling e parti pulite, a dimostrazione di una buona duttilità di Skald Draugir.

Si parte con il classico intro che lascia presagire il massacro, il quale non tarda ad arrivare. Devastante “Loka Logsaga”, sembra suonata dal demonio in persona. Più variegata nel complesso la successiva “Schwarzer Frost”, terrore e maledizione.
La produzione gratifica l’orrore sonoro, non sempre dedito a fughe speed, ma avvezze anche a mid tempi più cadenzati. Non mancano neppure interventi acustici,come nell’intro di “Baldr”, ottimo pezzo che presenta tutto il gusto per un songwriting basato anche su riff interessanti. Non solo violenza gratuita dunque, ma anche gusto per una certa melodia, seppur celata dietro a muscoli. Questo è “Baldr Ok Iss”, un disco che ci stacca la testa con un morso e non fatevi ingannare dai due minuti di chitarra acustica di “Winter”, un paleativo ingannevole, maledettamente ammaliante e solitario.

Gli Helrunar non saranno certo dei fenomeni, ma in tre riescono a creare atmosfere davvero imponenti e senza tastiere, un Black Metal suonato come Diavolo comanda. Ovviamente il prodotto non è indicato a tutti, ma mi sento di consigliarlo anche a chi si vuole appena, appena avvicinare a questo sulfureo genere, magari anche solo per curiosità, ma attenzione, prendete le dovute precauzioni del caso.
“Bladr Ok Iss” è un film dell’orrore. MS