Rock Impressions

Heaven & Hell - The Devil You Know HEAVEN & HELL - The Devil You Know
Roadrunner
Distribuzione italiana: si
Genere: Hard Rock - Doom
Support: CD - 2009

Voi cosa vi aspettate da un nuovo disco degli Heaven & Hell? Per chi non lo sapesse sono i Black Sabbath con Ronnie James Dio alla voce, ovviamente c’è Tony Iommi alla chitarra, Geezer Butler al basso e Vinny Appice alla batteria. Io sono cresciuto macinando sul giradischi il vinile di Mob Rules, che è stato fra i primissimi dischi che ho acquistato, quindi per me c’è un legame affettivo molto forte con queste sonorità e il mio cuore saluta con entusiasmo questa nuova uscita, ma The Devil You Know è all’altezza della fama dei vecchi leoni?

Basta mettere il cd nel lettore che ogni dubbio svanisce, il riffing sulfureo di “Atom and Evil” ci restituisce il miglior doom di sempre, un brano sofferto, dannatamente epico, interpretato in modo magistrale dal vecchio folletto, certo sono sempre i soliti giri tipici di Mr Iommi, una macchina da riff, ma gli H&H sono al top del genere e dopo tanti anni non è da tutti. Non c’è nessuna delusione quindi, il sabba è ricominciato e anche se si tratta di un disco maledettamente old fashioned non credo saranno in molti a lamentarsi. Anche “Fear” è sempre doom spettrale, un po’ più veloce del brano precedente, ma la materia prima è la stessa, i signori del metallo oscuro anche dopo tanti anni non hanno rivali. “Bible Black” inizia con un arpeggio di chitarra acustico e richiama alla memoria tanti momenti memorabili, mentre Ronnie canta in modo sempre emozionante, poi entra la parte elettrica, sembrano i colpi del destino che vogliono scardinare le porte delle nostre sicurezze, mi raccomando tenete alto il volume per questo pezzo e l’effetto sarà terrificante, per la cronaca questo è anche il primo singolo estratto dall’album ed è anche il primo brano finito dalla band, una partenza in grande. Ma poi ecco arrivare il basso di Geezer che apre “Double the Pain” e sono ancora brividi freddi lungo la schiena. Dopo tanta abbondanza arriva “Rock and Roll Angel”, che pur essendo un buon brano appare più come un riempitivo e perde il confronto, molto bello però l’assolo di Iommi. “The Turn of the Screw” è un brano molto bello, con il basso pulsa come un motore, ma non aggiunge molto altro a quanto già detto. “Eating the Cannibals” è un pezzo anthemico, che probabilmente farà il suo bel figurone dal vivo, molto adatto ad un selvaggio headbanging, ma io preferisco i primi brani. “Follow the Tears” ci riporta fortunatamente in territori più teatrali, sembra una tetra marcia funebre, con un cadenzato spettacolare, giocato su poche note, ma con un’efficacia devastante, poi però la tensione si smorza un po’ nella seconda parte del pezzo. “Neverwhere” è un altro brano più metal che doom, che passa senza lasciare un segno, ma siamo alla fine del cd e ci può stare. La parola fine viene posta dalla maestosa “Breaking Into Heaven”, torna il doom più cupo, l’interpretazione di Ronnie è sempre sopra le righe e si chiude in bellezza un disco che farà felici tutti i fans.

Resta ben poco da aggiungere, si sente che il gruppo gira che è un piacere e se la reunion sta continuando su questi livelli vuol dire che le cose vanno davvero bene per Iommi e soci. Questo disco è nel segno della tradizione, non ci sono innovazioni e non c’è ricerca, è il solito concentrato di musica dark, ma è fatta maledettamente bene. GB


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