Rock Impressions

Half Past Four - Land of the Blind HALF PAST FOUR - Good Things
Selfproduced
Distribuzione italiana: no
Genere: Prog
Support: mCD - 2016


Eccoci al terzo disco per i canadesi HPF, un Ep di cinque brani autoprodotto. La scelta di un disco “ristretto” sembra dettata dalle difficoltà di questi tempi, ma trovo che sia anche una buona idea, perché a volte i dischi troppo lunghi possono anche stancare, richiedono un grande sforzo per realizzarli e spesso si limitano a contenere una piccola parte di brani veramente memorabili. In un tempo in cui le uscite sono davvero tante, forse è meglio concentrarsi su pochi pezzi curati nei minimi dettagli.

Si inizia con “Mathematics”, un brano prog con ritmiche complesse e un caleidoscopio di suoni, che spaziano da un rock jazzato ad un hard moderatamente ruvido. Piacevole il cantato della singer Kyree, ottime le parti strumentali, i quattro musicisti coinvolti confermano la rispettiva bravura. Molto più nervosa e avventurosa “Mood Elevator”, dall’impianto quasi zappiano, un brano ironico e graffiante, tecnicamente più elaborato e sempre ricco di spunti armonici diversi, caratteristica da sempre distintiva di questa band, che gioca continuamente a mescolare le carte. Finale scoppiettante, con Kyree che esibisce doti vocali non comuni. Lo spirito zappiano del gruppo, che se vogliamo ricordano anche i Primus, riemerge nella dinamica “Toronto Tontos”, un brano divertente, ma anche un rompicapo ritmico. La voglia di stupire l’ascoltatore si rivela brano dopo brano, così se ancora non vi è bastato quanto ascoltato ecco “One Eyed Man”, brano brioso e sempre molto ricco di variazioni. Chiude la girandola “Mirror Eyes”, il brano meno complesso del lotto, ma anche uno dei più belli, in pieno prog style.

Gran bel disco, ancora una volta questi musicisti colpiscono nel segno. GB

Altre recensioni: Rabbit in the Vestibule; Good Things

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