Non c’è niente da fare, sono un inguaribile romantico
e come ho visto il nome di Paul Gurvitz ho provato subito un tuffo
al cuore. Questo nome a voi non dirà nulla o quasi, ma io ho
molti dei suoi dischi degli anni ’70, alcuni dei quali sono
dei piccoli capolavori di hard rock, come i due a nome Gun, quelli
dei Three Man Army e della formazione successiva Baker Gurvitz Army
con il mitico Giger Baker, uno dei più grandi drummer che il
rock abbia avuto.
Per fortuna mi ero perso in blocco la produzione successiva di questo
mitico polistrumentista, perché Paul in seguito si è
dedicato ad ambienti molto easy listening, non apparendo in prima
persona, ma come compositore, produttore e altro ancora.
Il terzo capitolo dedicato a Paul Gurvitz della Revisited Records
presenta un album interamente nuovo, quindi non si tratta di materiale
datato e dimenticato in qualche polveroso archivio, ma di canzoni
recenti. In questo disco,che segna il suo ritorno in prima persona,
ci offre il suo lato più raffinato e intimista, la musica è
un rhythm and blues molto dolce, buono come sottofondo per delle tranquille
serate in buona compagnia con una donzella romantica o con degli amici
davanti ad un camino acceso.
Insomma c’è davvero poco dello spirito rock che animava
Gurvitz nei seventies e per me all’inizio è stata una
pugnalata al cuore. Poi ho incominciato ad accettare la cosa e ho
trovato che il disco è veramente gradevole, niente da renderlo
imperdibile, ma Paul ha una classe cristallina e anche in un contesto
così leggero riesce a dare delle pennellate di grande eleganza
formale.
Non è certo un disco per dei rockettari in cerca di emozioni
forti, ma Gurvitz è capace di emozionare dove altri sono capaci
solo di far sbadigliare e con un po’ di pazienza questo disco
potrebbe anche piacervi, senza esagerare con gli ascolti però.
GB
Artisti correlati: Baker Gurvitz Army, Three Man Army
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