Riccardo Scona, in arte Guitar Ray, è un bluesman di razza,
uno di quei chitarristi innamorati in modo viscerale del sound afroamericano,
che dagli anni ’60 ha invaso tutto il mondo, generando una serie
impressionante di adepti, che, a discapito di tutto e soprattutto
delle mode, continua ancora oggi. Photograph è il suo quarto
album, il nostro negli anni ha collezionato una buona serie di collaborazioni,
tutte in ambito del genere suonato, creandosi uno status di tutto
rispetto.
Il disco si apre con il rock blues graffiante di “Give It Up”,
bello il giro di chitarra, tutt’altro che scontato e in questo
ambito non è affatto facile dire qualcosa di nuovo, la voce
roca di Ray è perfetta per il genere, anche se il cantato non
mi sembra molto incisivo, ma potrebbe essere un problema legato alla
produzione, del resto il rock blues è fatto per essere ascoltato
dal vivo, su disco la resa è sempre stata difficile, anche
per gli artisti più rodati. “I’m Goin’, I’m
Goin’” è lenta e sofferta, buono il sound dei Gamblers
in generale, Henry Carpaneto alle tastiere, Gab D al basso e Marco
Fuliano alla batteria, creano il giusto tappeto per le scorribande
di Ray, poi nel disco non mancano ospiti di pregio, come Fabio Treves,
che proprio in questo pezzo ci regala delle belle emozioni. “Everybody
Wants to Win” è piuttosto classica, ma viene risolta
bene da un approccio entusiasta al genere, ancora la voce emerge poco,
ma la parte strumentale trasuda feeling ad ogni beat. Lo stile di
Ray è molto americano e poco inglese, quindi lo sento più
vicino agli artisti di colore made in USA, piuttosto che ai grandi
chitarristi blues che sono arrivati dalla terra d’Albione. “She’s
Mighty Fine” è un pezzo che dal vivo deve far saltare
non poco il pubblico, davvero un bel tiro. Gli assoli di Ray non sono
di quelli che strabiliano, ma il nostro ha gusto e feeling da vendere
e in fondo è la cosa che il vero appassionato di blues cerca
per prima. La ballata “You’re the One” parte bene,
poi si arena un po, ma Ray riesce sempre ad imprimere un andamento
convincente con la sua chitarra, che ha sempre una bella presenza,
anche se le cose migliori sono già state dette e il cd si avvia
alla conclusione senza più grosse sorprese, ma mantenendo sempre
un buon livello.
Guitar Ray e i suoi pards hanno il blues nel sangue, forse nati dalla
parte sbagliata dell’Atlantico, portano avanti la tradizione
blues con orgoglio e convinzione, onore al merito. GB
Sito Web
|