Rock Impressions

Guitar Ray and the Gamblers - Photograph GUITAR RAY and the GAMBLERS - Photograph
Selfproduced
Distribuzione italiana: Lunatik
Genere: Rock Blues
Support: CD - 2013


Riccardo Scona, in arte Guitar Ray, è un bluesman di razza, uno di quei chitarristi innamorati in modo viscerale del sound afroamericano, che dagli anni ’60 ha invaso tutto il mondo, generando una serie impressionante di adepti, che, a discapito di tutto e soprattutto delle mode, continua ancora oggi. Photograph è il suo quarto album, il nostro negli anni ha collezionato una buona serie di collaborazioni, tutte in ambito del genere suonato, creandosi uno status di tutto rispetto.

Il disco si apre con il rock blues graffiante di “Give It Up”, bello il giro di chitarra, tutt’altro che scontato e in questo ambito non è affatto facile dire qualcosa di nuovo, la voce roca di Ray è perfetta per il genere, anche se il cantato non mi sembra molto incisivo, ma potrebbe essere un problema legato alla produzione, del resto il rock blues è fatto per essere ascoltato dal vivo, su disco la resa è sempre stata difficile, anche per gli artisti più rodati. “I’m Goin’, I’m Goin’” è lenta e sofferta, buono il sound dei Gamblers in generale, Henry Carpaneto alle tastiere, Gab D al basso e Marco Fuliano alla batteria, creano il giusto tappeto per le scorribande di Ray, poi nel disco non mancano ospiti di pregio, come Fabio Treves, che proprio in questo pezzo ci regala delle belle emozioni. “Everybody Wants to Win” è piuttosto classica, ma viene risolta bene da un approccio entusiasta al genere, ancora la voce emerge poco, ma la parte strumentale trasuda feeling ad ogni beat. Lo stile di Ray è molto americano e poco inglese, quindi lo sento più vicino agli artisti di colore made in USA, piuttosto che ai grandi chitarristi blues che sono arrivati dalla terra d’Albione. “She’s Mighty Fine” è un pezzo che dal vivo deve far saltare non poco il pubblico, davvero un bel tiro. Gli assoli di Ray non sono di quelli che strabiliano, ma il nostro ha gusto e feeling da vendere e in fondo è la cosa che il vero appassionato di blues cerca per prima. La ballata “You’re the One” parte bene, poi si arena un po, ma Ray riesce sempre ad imprimere un andamento convincente con la sua chitarra, che ha sempre una bella presenza, anche se le cose migliori sono già state dette e il cd si avvia alla conclusione senza più grosse sorprese, ma mantenendo sempre un buon livello.

Guitar Ray e i suoi pards hanno il blues nel sangue, forse nati dalla parte sbagliata dell’Atlantico, portano avanti la tradizione blues con orgoglio e convinzione, onore al merito. GB

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