Gran Turismo Veloce, gia il nome è un richiamo al fascino della
musica Prog. GTV, l’acronimo è inevitabilmente paragonabile
a tanti altri usati da band storiche italiane degli anni ’70,
in primis PFM, ma anche RRR (Raccomandata Ricevuta Ritorno), RAM (Reale
Accademia Di Musica) e moltissime altre. Ma i GTV sono di ben altra
pasta, anzi di altro “pesce”, visto lo sgombro che si
aggira nell’artwork di cui il cd è il sopra della lattina
da strappare.
Il quartetto si forma a Grosseto nel 2008 con l’intento di unire
l’essenza del Prog anni ’70 a delle sonorità più
moderne come il Metal e l’elettronica, senza disdegnare puntate
verso il Jazz. Alle spalle un EP del 2009 dal titolo “In Un
Solo Brivido”, poi numerose partecipazioni a concorsi e festival,
fra i quali spiccano “Alternativersion” ed il festival
internazionale “Emergenza”, questi ed altri espletati
con successo di pubblico e critica. Ma è grazie alla web radio
di Prato “Radiogas” che i GTV vengono notati da Samuele
Santanna, leader dei Raven Sad, ottima band di Prog italiano, anche
lei in scuderia con la Lizard Records. Una volta segnalati a Loris
Furlan, direttore della casa, vengono reclutati nelle fila e proprio
nel marzo del 2011 viene edito il debutto discografico dal titolo
“Di Carne, Di Anima”.
Il disco è suddiviso in nove tracce per una durata di quarantasei
minuti. Sotto una curata attenzione per la formula canzone, inizia
“Sorgente Sonora” un mix fra semplicità e ricerca,
dove il Metal fa capolino intersecandosi addirittura con una fisarmonica!
Le tastiere di Claudio Filippeschi sono presenti in equilibrio nella
stesura armonica, mentre il suo approccio vocale richiama in cadenza
quello dei siciliani Fiaba.
La personalità dei GTV fuoriesce in “Misera Venere”,
un pezzo liricamente studiato al limite del recitato, mentre le tastiere
sgocciolano in stile Orme semplici scale che fanno da trampolino di
lancio a cambi strumentali. Buono l’apporto della chitarra da
parte di Massimo Dolce. Il dosaggio cantautoriale è perfettamente
equilibrato nell’insieme con la vena Progressiva, per un risultato
gradevole e personale.
“Quantocamia” diffonde musica per la mente, la ritmica
è ben oliata fra Flavio Timpanaro (basso) e Stefano Magini
(batteria), uno strumentale in classico stile Prog, dove l’umore
cresce e diminuisce sopra le tastiere che guidano il gioco. Spettacolare
l’ingresso della chitarra, dove tutto sembra apparentemente
semplice, ma qui c’è la sorpresa, i GTV cambiano nuovamente
binario e stile, rivoltando il brano come un calzino.
Ancora mix fra anni ’70 ed Elettronica con “L’Artista”
e di schiaffo si intravedono barlumi di Porcupine Tree, specie nell’uso
della chitarra oltre che nei loop programmati. E’ difficilissimo
trovare l’equilibrio fra buone melodie e la ricerca sonora,
generalmente le due cose non vanno a braccetto e chi segue il genere
sa benissimo cosa intendo dire, tuttavia i GTV riescono nell’intento
e catturano a mio avviso l’attenzione di un pubblico molto vasto.
Ce n’è per tutti i gusti, impeti sonori come ne ”L’estremo
Viaggiatore”, oppure ricercatezza strumentale nella ripresa
di “Misera Venere”. Ma come in tutte le belle cose, dulcis
in fundo con “L’Indice E L’Occhio”, nove minuti
in cui quanto descritto è sunto con semplicità.
Un debutto notevole, una band da tenere sott’occhio e non posso
che fare i complimenti anche a Santanna per la giusta intuizione.
Da avere senza indugi. MS
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