Rock Impressions

Goddass - My Beautiful Sin GODDASS - My Beautiful Sin
Firefields Records / EMG
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Metalcore
Support: CD - 2008


Potenza, buone sonorità, originalità espressiva, ritornelli fruibili. Ecco i Goddass in breve. La band piemontese che attinge dal bagaglio metalcore la propria influenza musicale, sembra essere un'ottima promessa nel campo discografico a livelli internazionali. Ed ecco che, dopo qualche ep, esce finalmente il primo full lenght, “My Beautiful Sin”, in una miscela meravigliosa dei migliori Lostprophets, Machine Head, Deftones e Caliban, il tutto celebrato dal senso per la melodia che è tipicamente italiano e che qui affiora intelligentemente.

Registrato a Londra con l'esimio ausilio di Matt Hyde (Machine Head, Bullet For My Valentine, Trivium, Funeral For a Friend), "My Beautiful Sin" è un album che parte potente con un apertura strumentale, Prelude, che ne fa proprio da incipit, ed al quale segue la fruibile Hide In Pieces. All I Die For è una piccola perla, tra le tante a dire il vero dell'intero album, tra terremoti intensi di chitarre impezzite ma non pesanti, forse un papabile singolo, seguono The Draw And The Rest e Last Day, pezzo che la band ha inserito nel proprio myspace a livello promozionale, e che colpisce per una composizione assai complessa persino per il migliore metalcore internazionale. E poi ancora Become My Heart e Bleeding A Scream, che si rifà al sound tipicamente nu metal in cui si agglomerano fatiche strumentali realmente ascoltabili, il tutto senza perdere mai però quel gusto per una sperimentazione tangibile e nuova, finalmente! Never And Over precede col suo ritmo veloce ma melodioso You (Hate), che è la sintesi, probabilmente, dell'intera produzione dei Goddass, ed in cui lo screamo più imponente e maligno va a sposarsi in maniera indovinata con i ritmi più assoluti e il gusto per la melodia che rende il tutto meno scontato oltre che più memorabile, e che evince l'enorme dote vocale di Al. I'm Your Hell è solo l'anticipo, forse in penombra, della vera top canzone dell'album, che è anche quella che dona il titolo all’album. My Beautiful Sin è infatti un piccolo capolavoro, tra assoli assordanti, voce e melodia che si incrociano come sempre intensamente e miscelandosi fluidamente, accelerazioni e rallentamenti inaspettati, melodie introspettive e lacrimose, basso-batteria a farla da padrone. Un esempio di tecnica e raziocinante espressività innovativa, tra sperimentazione e tradizione mai rovinata ma esaltata.

I Goddass sono una delle band italiane che il mercato e il pubblico, non solo quello di nicchia, dovrebbe assolutamente tenere bene a mente, come esempio e luce, in una marea di sonorità spesso errate, troppo comuni e scontate e talora integraliste di un genere a scapito dell'altro o meglio ancora, della miscela di essi.
Bellissimo album, splendida novità. Li attendiamo presto live. IR

MySpace


Indietro alla sezione G