Rock Impressions

Glyder - Yesterday Today and Tomorrow GLYDER - Yesterday Today and Tomorrow
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2010

Abbiamo già incontrato molti gruppi che ripercorrono le polverose strade musicali degli anni ’70 e ’80, nostalgici, regressivi, obsoleti, antimoderni? Forse, ma per me quello che conta è con quanta passione lo fanno e quanto la loro musica sia credibile. Questi ragazzi vengono dall’Irlanda e in un certo senso assomigliano ai conterranei The Answer, coi quali hanno diviso anche lo stage, ma sono molte le band con cui hanno suonato, fino ad arrivare anche nel nostro paese sul carrozzone del Gods of Metal. Nella loro discografia hanno già tre album col presente e due Ep.

Il sound di questi giovani musicisti sembra un insieme di Motorhead, Ac/Dc, Thin Lizzy, tutto condito da un taglio abbastanza moderno, quindi non troppo nostalgico. Ecco allora che l’opener “That Line” mostra sonorità vintage mescolate a altre più contemporanee e tutto funziona bene. Ma la scossa arriva con la diretta “Knockout”, che ricorda molto gli Ac/Dc, peccato per il ritornello non riuscito, che toglie al brano la tensione elettrica costruita col bel giro di chitarre. “Jack Strong” è un bluesaccio anfetaminizzato, che nell’assolo svela appieno la sua vocazione. Vincente il giro melodico di “Innocent Eyes”, che esce con grande naturalezza, evidentemente questi ragazzi hanno classe e lo dimostrano anche nella più irruenta “Make a Change”. Meno immediata è la psichedelica “The Bitter End”, che propone un buon lavoro di chitarra, ma le linee melodiche del cantato penetrano poco. “Back to the Water” è una ballad elettrica tutt’altro che scontata. Altra bella canzone è “One of Us”, che unisce un giro di chitarra originale a melodie vocali old fashioned di ottimo gusto. Il finale con “Always the Loser” e la title track l’ho trovato un po’ in calo, migliore la seconda, che ha un bel solo di chitarra, ma le cose migliori sono apparse prima.

L’album contiene anche tre bonus tracks piuttosto psichedeliche e meno dirette del repertorio precedente. In questi territori la band mi sembra meno convincente e meno capace di gestire certe atmosfere, magari in futuro riusciranno a gestire meglio queste sonorità.

Ad essere sinceri ho sentito cose migliori fra i giovani che cercano di riproporre sonrità seventies, in particolare da molti gruppi svedesi e anche da gruppi italiani, ma bisogna riconoscere a questi Glyder di avere personalità, con l’augurio di riuscire in futuro a dare una accelerata al loro sound, che è già pronto al grande salto, ma manca ancora qualcosa. GB

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