I
Giubbonky sono una band che unisce Guccini, De André, Bubola,
Modena City Ramblers, in un mix di folk rock e ballate cantautorali,
tutte dal forte sapore politico, sembra di tornare al tempo dei cantautori
impegnati degli anni ’70, una tradizione che si è un
po’ persa negli ultimi anni di grandi luci e di spettacoli pieni
di belle donnine e di aspiranti starlette. Stiamo assistendo quasi
impotenti alla costruzione di una generazione stordita dall’illusione
del facile successo, ma la realtà è un’altra e
i Giubbonsky provano a cantarla secondo il loro punto di vista.
Le nove canzoni proposte hanno tutte una fisionomia precisa, quella
che abbiamo già cercato di anticiparvi in apertura, si attacca
con “Terra Perduta”, una ballata quasi alla Tom Waits,
una melodia triste e sognante che racconta le difficoltà del
popolo Rom, buono il tessuto musicale, ma la resa vocale è
molto sottotono, purtroppo il cantante e chitarrista Guido Rolando
ha una timbrica che non funziona, suona un po’ troppo da “ritrovo
con gli amici attorno al fuoco”, se mi permettete l’espressione,
mentre il brano in se non sarebbe niente male. “Non Lavoro”
è il brano da cui viene tratto il titolo del disco, una ballata
tra folk e tentazioni rock, il mix è buono, mentre il testo
graffia, ha una buona profondità, che ricorda gli autori già
citati, in particolare De André e Guccini, la pecca risiede
sempre nella voce di Guido, ma non voglio ripetere le critiche già
espresse, valgono anche per i brani a seguire. “Città
Blindata” invece sembra uscita dalla felice penna di Bubola,
è ancora folk rock, ancora un testo che continua a scavare
nelle ipocrisie dei nostri giorni. “Rio Preca” è
una ballata popolare, sempre molto arguta, le liriche sono sicuramente
un punto di forza di questa band. Si va avanti con “Forza Mafia”,
“Flatulente”, “Gelato in Febbraio” dedicata
all’uccisione di Luca Rossi (www.luca-rossi.it) e ancora “Carpe
Diem” e “Senzacqua”, tutti tasselli di un unico
mosaico disegnato da un cantastorie dei giorni nostri.
Rolando tiene viva la tradizione dei trovatori da osteria (non intendo
offendere, nutro un grande rispetto per questi artisti), dai quali
ha preso lo stile arguto e la franchezza disincantata, dei tempi moderni
ha preso lo stile rock asciutto e penetrante, solo deve trovare un
cantante che interpreti i suoi brani, per il resto ci sono ottime
idee in questo disco, sia da un punto di vista musicale che lirico.
GB
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