Rock Impressions

Gerard GERARD - Power Of Infinity
Musea

I Gerard sono una delle realtà prog nipponiche più amate e non serve molto per capite il perché. Il gruppo ricorda molto gli ELP per la formazione a tre con le tastiere e una sezione ritmica da paura. In più in questo nuovo episodio si tinge di tricolore per la presenza alle vocals di Alex Brunori (ex Leviathan), inoltre continua la collaborazione del gruppo con Shingo “Numero” Ueno, sorta di quarto membro del gruppo che si è sempre occupato dei testi e delle linee vocali e della produzione.

I Gerard sono molto vicini anche alle scatenate Ars Nova, altra gloriosa formazione del paese del Sol Levante e guardacaso anche loro hanno recentemente collaborato con artisti italiani. Mi piace sottolineare che queste collaborazioni indicano un profondo senso di amicizia e di stima artistica fra i nostri paesi e ci devono riempire di giusto orgoglio.

Il nuovo album segue una lunga discografia che affonda le sue radici negli anni ottanta, un altro brillante tassello di prog sinfonico e pomposo con le tastiere di Egawa che fanno rabbrividire. Non ci sono chitarre elettriche, ma il sound è molto duro e potente. In questo segno apre la veloce strumentale “Warning! Warning!”, un vero pugno nello stomaco dell’ascoltatore. Più tranquilla e classica “Only the Light” nella parte cantata, ma il break strumentale prende il volo. “Infinity” è folle e articolata e mi ricorda certe cose del prog italiano settantiano più avventuroso, un brano difficile che richiede più ascolti, ma che non può deludere. I cuori più epici possono esaltarsi con l’incedere maestoso di “Caravan on the Moon”, una suite che offre molte chiavi di lettura, ma soprattutto appaga l’ascoltatore. Ogni brano che segue è sempre più lungo del precedente ed ecco che la conclusiva “Blue World Part I – III” coi suoi quattordici minuti ci proietta in un mondo onirico, un po’ spiazzante rispetto ai fuochi artificiali ddi prima, ma anche più maturo e rassicurante.

Questi ragazzi sono dei grandi che meritano tutta la nostra devozione e il nostro sostegno. GB

altre recensioni: The Ruins of a Glass Fortress; Sights of the Water



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