Rock Impressions

Gekko Projekt - Electric Forest GEKKO PROJEKT - Electric Forest
ProgRock Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2012


I Gekko Projekt sono una band al debutto, ma al loro interno troviamo il chitarrista Peter Matucniak, che ha militato in diversi gruppi prog a partire dagli anni ’80 in poi (Janisyum, Mach One, Evolve IV), al suo fianco ci sono il tastierista e cantante Vance Gloster, il bassista Rick Meadows e il batterista Alan Smith. Il genere proposto da questo ensamble dal nome simpatico è un prog moderno, teso tra tensioni sinfoniche e ritmiche accattivanti, niente di commerciale, ma sicuramente musica bella da ascoltare.

Il brano strumentale di apertura “Particle Dance” parte quasi come una canzone di rock melodico, con una chitarra ficcante, ma poi tutto prende la forma di un prog sempre più articolato e sinfonico, non male. “Black Hole” ha un incedere più melodico, entra il cantato con una linea molto americana, che funziona, anche se distante dal prog più canonico, ma è retto da una bella melodia, poi molto interessante il lavoro di chitarra di Peter, ma verso il finale tutto si evolve e prende sonorità inedite e intriganti. “Cognitive Dissonance” è più avventurosa, permane sempre un gusto raffinato per la melodia, ma la costruzione del brano è insolita, ci sono tante idee che affiorano, ma è il mix che le rende speciali. “London Vibe” ha un che di jazzato, quasi fusion. “Avatar Jones” ha un incedere quasi teatrale ed epico, un bel brano evocativo, uno dei più prog, le idee non mancano a questi musicisti. “Erdinger” invece accarezza lo space rock, con qualche influsso Floydiano pure, davvero molto vario il songwriting messo insieme in questo disco. “Martian Sunrise” è un momento di pura poesia, un brano romantico, ancora con tensioni space, capace di emozionare con dolcezza. Diversamente la breve “State of Siege”, che è più brillante e dinamica, in un ambito puramente prog. “October Skies” è ancora una volta qualcosa che si distacca dal resto del repertorio, anche se il gruppo non stravolge mai il suo stile, fatto di fraseggi pieni di gusto e soluzioni ritmiche pregevoli, ma mai strabordanti o fini a se stesse. Chiude la ripresa di “Particle Dance”, che non aggiunge nulla, ma ci saluta con garbo.

I Gekko Projekt sono una band di talento, molto raffinati, è possibile che in pochi si accorgano di loro, ma hanno fatto un disco molto carino e sarebbe un peccato se non venisse apprezzato da una buona fetta di pubblico. GB


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