La
scena Progressiva Italiana sta vivendo un periodo di fervore, non
tanto per la quantità di uscite, ma per la qualità.
Garamond è una creatura di Danilo Orlandini, un contenitore
sonoro , di quadri musicali sperimentali e pittoreschi. In “Quant’Altro”
ci sono brani composti nel periodo 2001-2005, sostenuti dalla prova
vocale superba di Laura Agostinelli, anche autrice dell’artwork.
Gli esercizi canori, non possono farci che tornare inevitabilmente
alla mente quelli del mai troppo compianto Demetrio Stratos, degli
Area. La musica si interseca alla perfezione con le interpretazioni
astratte di Laura, fughe pianistiche sfiorano il Jazz, il violino
di Cristiano Giuseppetti è perfetto legante fra le strumentazioni.
Orlandini si coadiuva nel progetto con Elena Montali al piano, Maurizio
Santini alla voce e drum Machine, Simone Giorgini al basso e Luca
Vannicola allo scacciapensieri tibetano.
Situazioni assurde ed astratte anche per quello che concerne le liriche
ed i titoli dei brani, prettamente dal profumo “Progressivo”.
Più colorito il titolo “La (proverbiale) Fine Del Ca’
De Luzzi”, per chi è marchigiano come me e loro (sono
di Ancona), ha un senso di crudele esistenza, ma non vorrei scoprire
troppo l’arcano… Scherzi a parte, le parti strumentali
che compongono i singoli brani sono tutti dei piccoli gioielli sonori,
da ascoltare con il giusto stato d’animo ed una apertura mentale
a 360 gradi. Il Sax è lo strumento principale e si diverte
a cucire trame a volte ridanciane, allegre, quasi clownesche ad altri
frangenti più vicini al Jazz. Il disco si articola in nove
momenti, tutti allo stesso livello d’interesse. Non ci sono
gravi stasi, “Quant’Altro” scorre via con piacere.
Alcuni brani hanno il profumo degli anni ’70 e degli Area, come
ad esempio il piccolo capolavoro “Il Gesuita Millantatore”,
davvero un piacere per le orecchie. La personalità dei Garamond
è grande, avrete capito che lo stile è davvero unico,
musica per cultori, di non immediata assimilazione, malgrado ciò
sono sicuro che può colpire anche i non addetti ai lavori.
Interpretazioni interessanti, arrangiamenti sopra le righe, sembra
di assistere ad uno spettacolo teatrale, con personaggi buffi, come
il Dottor Zoidberg, Drazil, Ofton Brunzig ed i suoi sogni. L’album
è stato registrato in due studi differenti, a la Contradamerla
di Castelfidardo ed allo Studio Fabj di Jesi. Ancora una volta la
casa discografica Lizard ci sorprende per la sua attenzione verso
certe proposte, piccole realtà che vivono nel nostro sottosuolo
che senza questo apporto rimarrebbero ingiustamente ignorate.
E’ già difficile in questa sociètà odierna
“Life Is Now…” poter dire qualche cosa che non sia
scontato e vuoto, l’interesse nei confronti delle proposte difficili
è pressoché vicino allo zero, per questo un encomio
in più ad Orlandini e company. Il Progressive in realtà
è un genere che non muore mai, anche se in verità sta
passando davvero un brutto momento e bravi dunque i Garamond, per
il coraggio e l’amore per l’arte, perché ci tengo
a ricordarlo, visto che il significato è andato nell’oblio,
la musica è arte! Art Prog. MS
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