Ecco un disco che farà discutere molto, sia i fans della band
che gli addetti ai lavori. Kai Hansen si getta anima e corpo nel campo
minato dei sequel, quelli che ultimamente sembrano tanto essere di
moda. Scelta comunque coraggiosa, dopo i Queensryche e gli Helloween
con risultati non troppo edificanti (almeno secondo le vendite), anche
Hansen tenta il grande passo. Ma davvero noi usufruitori dobbiamo
farci tutti questi problemi? Perché invece non ascoltare il
disco senza preconcetti? E allora sgomberata la mente si parte con
“Into The Storm”, davvero un buon biglietto da visita.
Lo stile è quello che piace agli amanti del puro Power Metal,
con Riff pesante ed un buon solo di chitarre, molto stile Maiden.
Il Power Speed degli anni ’90 è prerogativa di quasi
tutto il concept, ma secondo il mio modo di vedere il problema cardine
non è tanto il fatto di proseguire una saga storica, piuttosto
è l’eccessivo insistere sullo stile della vergine di
ferro. “From The Ashes” unisce Helloween (rimasti ovviamente
nel dna di Kai) ed Iron Maiden in maniera sfacciata, comunque il risultato
è piacevole. L’energia è garantita, così
la buona resa sonora, il prodotto è sicuramente ben confezionato.
Impossibile restare fermi all’ascolto della sfavillante “To
Mother Earth”, una corsa sui carboni ardenti. Sempre vincenti
i ritornelli orecchiabili e le interpretazioni vocali, questo oramai
possiamo anche dispensarci dal dirlo. Tengo comunque a sottolineare
che in questo nuovo lavoro, Hansen sicuramente fa un passo indietro
nel tempo, rispolverando quelle sonorità che hanno reso il
genere famoso. “Rain” è un altro brano che non
abbassa il tiro ed ancora una volta ci si imbatte in un ritornello
da cantare a squarciagola. Interessante il break centrale, acustico
e d’atmosfera.
Il Power Metal non è sicuramente un genere che elargisce sorprese,
ma riesce sicuramente a penetrare dentro, dando una scarica di sana
adrenalina come pochi altri sanno fare.
I Gamma Ray lo sanno e ben si districano in questo territorio, di
certo non manca loro l’esperienza per farlo. E’ anche
vero che un ora di Iron Maiden ed Helloween, pardon, di Gamma Ray,
è davvero ardua da sostenere, si va fuori per eccesso di vigore.
Non è un difetto, tengo a sottolinearlo, ma un dato di fatto,
in quanto la band si cimenta in riff “storici” che i cultori
del genere avranno gia avuto l’occasione di ascoltare fino alla
noia.
In definitiva questo è l’unico vero difetto di “Land
Of The Free II”, non il titolo che (diciamo la verità)
magari ha un nonché di furbetto. Voglia di tornare sull’olimpo
degli dei, o voglia di gridare al mondo “…Ok, siamo tornati
come eravamo”? Forse è così o forse no, ma io
all’ascolto mi sono più che divertito e questo mi basta
per giustificare il prezzo del cd. Lo scopo è raggiunto. Senza
infamia ne lode, ma un bravi ai Gamma Ray non glielo toglie nessuno.
E mi raccomando, fate finta che il titolo sia “pinco pallino”.
MS
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