Rock Impressions

Galaverna - Dods Dans GALAVERNA - Dods Dans
Rock Cd Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Folk Rock / Prog
Support: CD - 2016


Valerio Goattin è un chitarrista e cantante veronese, in passato ha fatto parte di gruppi metal underground come Anteo e Riul Doamnei, mentre oggi suona con gli spagnoli Slap Guru. Amante del prog settantiano e del folk nordico, ha deciso di dar vita a questo progetto acustico che cerca di proporre un mix di questi elementi, a cui possiamo aggiungere anche un tocco di musica medievale, alla ricerca di un sound evocativo e onirico, sorta di riflessione poetica sui problemi esistenziali dell’uomo, come la fatica di vivere, che è un po’ il concept che anima il presente album, il cui titolo infatti significa la danza della morte. Per la realizzazione dell’album hanno collaborato diversi musicisti fra cui Stefano Masotto al basso, Giulio de Boni al flauto, Lorenzo Boninsegna alla viola e Michele Nicoli alla batteria.

Il disco si snoda in otto tracce, anche se sembra molto un unicum compositivo e questo è anche l’intento di Goattin. I primi due brani sono parti della stessa canzone, “Dods…” è una ballata misterica e onirica, che crea un’atmosfera brumosa e incantata, dove regna un senso di malinconia profondo. “… Dans” continua aggiungendo un andamento molto ondeggiante, inizia la danza macabra e il flauto inizia il suo incantesimo. Interessante anche “Cerebus”, che sembra unire agli elementi precedenti un cantato ispirato, di certo queste prime canzoni mostrano un contesto che, anche se ci sono riferimenti, non assomiglia a nulla di già ascoltato, almeno da me. Di folk rock ne ho ascoltato parecchio, dai Comus, ai Lindisfarne, agli Horslips con tutto quello che ci sta in mezzo, compreso il folk apocalittico di Dead Can Dance e Sol Invictus, per arrivare agli americani Ancient Vvisdom, ma trovo le sonorità dei Galaverna molto personali. Pur essendo una produzione indipendente e molto underground, il risultato è molto apprezzabile, grazie ad uno sforzo di produzione che ripaga ascolto dopo ascolto. Qualche momento è più ispirato di altri, ma nel complesso è un disco che va ascoltato dall’inizio alla fine. belli anche i due brani conclusivi “Mother’s Leaving” e “Uppvaknande”, tra i miei preferiti.

Sono contento di aver avuto l’opportunità di ascoltare un album così interessante, spero ora che questo meritevole progetto possa trovare un suo pubblico, vista l’originalità non dovrebbe mancare. GB




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