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            Furyu sono un quintetto bolognese al debutto discografico, di loro 
            si sa ancora poco o nulla, ma ci sarà il tempo per conoscerli 
            se questo disco avrà la forza di smuovere qualcosa. La scelta 
            stilistica di questi ragazzi va verso il prog metal ad alto tasso 
            tecnico, sulle orme dei maestri del genere, a partire dai Dream Theater 
            in poi, ma senza voler assomigliare a nessuno in particolare.
 Il disco contiene cinque traccie per poco più di mezz’ora 
            di musica, una scelta che condivido pienamente, un gruppo al debutto 
            autoprodotto, non dovrebbe mai fare un disco troppo lungo e pieno 
            di troppe idee, col grosso rischio che molti non lo ascoltino per 
            intero, mentre cinque traccie si possono vagliare in scioltezza. Ma 
            concluse queste considerazioni personali, vengo alla musica dei Furyu, 
            prog metal dicevamo e la partenza è subito potente, una scossa 
            tellurica, dove il gruppo mette in mostra doti tecniche elevate unite 
            ad un buon gusto nel songwriting. Buona la produzione dei suoni, meno 
            quella della voce, anche se mi sembra di capire che il gruppo non 
            ha ancora un vocalist in pianta stabile. “Illusione Dei Miei 
            Giorni” è pieno di situazioni, dopo l’inizio serrato, 
            c’è spazio anche per momenti più riflessivi e 
            ricchi di gusto, davvero belli alcuni stacchi, che esaltano il lavoro 
            della sezione ritmica. Inizialmente “E Poi la Luce” fa 
            emergere l’amore per il metallo, ma ci sono anche inserti jazz, 
            che si inseriscono malandrini e lanciano un buon solo di chitarra, 
            ma il brano è lungo e ci sono altre sorprese. Molto interessante 
            anche la costruzione ritmica de “Un Momento: Vado a Fuoco”. 
            Non da meno lo è quella della scopiettante “Finalmente 
            Io Sono”. L’ultimo brano è “La Vastità 
            del Tempo”, che prosegue in una corsa spericolata. Alla fine 
            del cd troviamo un giro di chitarra acustica che ci saluta con un 
            momento intimo.
 
 Una menzione speciale va alla cura con cui è stato realizzato 
            il booklet, pensato un po’ come un fumetto, molto bello. I Furyu 
            hanno dato prova di avere un’ottima tecnica e una forte inventiva, 
            doti che fanno sperare in un futuro ricco, come sempre speriamo che 
            altri si accorgano di loro. GB
 
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