| Dopo diverso tempo mi è tornato tra le mani il secondo album 
            di questa formazione fiorentina. Un quartetto dedito al doom, che 
            in formazione ha due ragazze, ma in particolare una suona l’organo, 
            che rimanda ad un sound molto gotico e settantiano, anche se le coordinate 
            sono da ricercare più nel dark metal degli anni ottanta, con 
            Candlemass e Saint Vitus in testa, senza dimenticare Paul Chain, che 
            credo sia un’influenza imprescindibile per tutti quelli che 
            si muovono in questi meandri musicali.
 
 Sei tracce piuttosto lunghe e sofferte, con tempi rallentati e giri 
            ossessivi, dove la voce acida del cantante arriva come una presenza 
            inquietante. A livello compositivo si ascoltano buone idee e una discreta 
            varietà, anche se si tratta di un ambito musicale dove è 
            sempre più difficile dire qualcosa di nuovo e i Funeral Marmoori 
            ci riescono solo in parte. In conclusione troviamo anche la cover 
            di “Profanation” della famigerata prima band del già 
            citato Chain.
 
 The Deer Woman è un disco che non deve mancare agli appassionati 
            del genere doom, una piena di metal sulfureo, che stordisce con la 
            sua forza espressiva e il suo trasporto emotivo. Questo dark metal 
            non è per tutti, ma chi ama le emozioni forti non resterà 
            deluso. GB
 
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