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            Da un idea del 
            batterista Damiano “Stananao” Campagna e del chitarrista 
            Marco “Mafia” Gerolin, nascono a Pordenone nel 2004 I 
            Freedom Jailers. La loro esistenza è occupata per il maggior 
            tempo dalla realizzazione di cover, barcamenandosi fra Guns N’ 
            Roses, AC/DC, Nirvana e Skid Row. Poi uno sguardo, nel tempo a venire, 
            anche a mondi più Dark, o per meglio dire gotici, con band 
            di riferimento quali i nostrani Lacuna Coil, Cranberries, Whithin 
            Temtation e molti altri. Di qui la necessità di avere al microfono 
            una voce femminile, successivamente trovata in quella di Francesca 
            Russi. Completano la band Luca “Kitarraio” Camilletti 
            alla chitarra e Simone “Finestrin” Silvestrin al basso.
 “Shouted” è un EP ed è per così dire, 
            l’esordio ufficiale ed i nostri ragazzi ce la mettono davvero 
            tutta. Il disco è registrato nei Mushroom Studio di Pordenone 
            e viene masterizzato a San Francisco. Parte la title track, mettendo 
            alla luce il carisma e la voce di Francesca, davvero apprezzabile 
            nel pezzo centrale, dove la lirica sale in cattedra. Tutto questo 
            colpisce positivamente e anche dei buoni assolo di chitarra.
 
 Stiamo parlando di Hard Rock, con venature gotiche, ecco dunque il 
            crescendo emotivo di “Without Fear” che porta alla memoria 
            i Lacuna Coil. Ci pensano le chitarre di Luca e Marco a riportarlo 
            nei canoni dell’Hard Rock e secondo me anche con buoni risultati. 
            I Freedom Jailers hanno solo cinque brani per presentarsi al grande 
            pubblico, ma bastano sicuramente per mostrare la freschezza delle 
            loro idee. Apprezzo moltissimo la chitarra sostenuta e lamentevole 
            di “Strugglin”, perché sono i particolari che fanno 
            la differenza. Questa è una ballata con il classico crescendo 
            nel ritornello centrale. Due chitarre, una acustica e l’altra 
            elettrica, aprono “No Chains”, molto vicina ai Cranberries 
            e dunque apprezzabilmente melodiche ed allo stesso tempo potenti, 
            come il genere ci ha insegnato. Non per sminuire nulla, ma continuamente 
            quando partono le chitarre per un breve (purtroppo) assolo Hard Rock 
            , il mio interesse sale. Questa è la dimostrazione che spesso 
            il piacere risiede nelle cose più semplici ed antiche. Chiude 
            ottimamente l’EP “Still Lovin A Memory”, altro brano 
            toccante, velatamente malinconico ma pur sempre energico.
 
 I lati negativi sono i soliti che si denotano in questi casi (direi 
            inesorabilmente), un suono forse un pochino piatto, dove la ritmica 
            è quella che ne esce maggiormente penalizzata. Per il resto 
            nulla da eccepire, la fantasia c’è, la tecnica pure, 
            una voce ottima non solo come impostata, ma anche come interpreta 
            le canzoni. Questo EP da dieci giri a molti altri di band più 
            blasonate, tuttavia consiglio ai Freedom Jailers di scrollarsi di 
            dosso i troppi ed evidenti punti di riferimento, rischio essere inghiottiti 
            immediatamente dalle sabbie mobili del genere. Bravissimi ragazzi, 
            ora siamo curiosi di ascoltare il vero debutto, con la speranza che 
            arrivi al più presto, perché lo meritate davvero. MS
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