Rock Impressions

Freedom Jailers - Shouted FREEDOM JAILERS - Shouted
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock / Gothic
Support: mCD - 2009

Da un idea del batterista Damiano “Stananao” Campagna e del chitarrista Marco “Mafia” Gerolin, nascono a Pordenone nel 2004 I Freedom Jailers. La loro esistenza è occupata per il maggior tempo dalla realizzazione di cover, barcamenandosi fra Guns N’ Roses, AC/DC, Nirvana e Skid Row. Poi uno sguardo, nel tempo a venire, anche a mondi più Dark, o per meglio dire gotici, con band di riferimento quali i nostrani Lacuna Coil, Cranberries, Whithin Temtation e molti altri. Di qui la necessità di avere al microfono una voce femminile, successivamente trovata in quella di Francesca Russi. Completano la band Luca “Kitarraio” Camilletti alla chitarra e Simone “Finestrin” Silvestrin al basso.

“Shouted” è un EP ed è per così dire, l’esordio ufficiale ed i nostri ragazzi ce la mettono davvero tutta. Il disco è registrato nei Mushroom Studio di Pordenone e viene masterizzato a San Francisco. Parte la title track, mettendo alla luce il carisma e la voce di Francesca, davvero apprezzabile nel pezzo centrale, dove la lirica sale in cattedra. Tutto questo colpisce positivamente e anche dei buoni assolo di chitarra.

Stiamo parlando di Hard Rock, con venature gotiche, ecco dunque il crescendo emotivo di “Without Fear” che porta alla memoria i Lacuna Coil. Ci pensano le chitarre di Luca e Marco a riportarlo nei canoni dell’Hard Rock e secondo me anche con buoni risultati. I Freedom Jailers hanno solo cinque brani per presentarsi al grande pubblico, ma bastano sicuramente per mostrare la freschezza delle loro idee. Apprezzo moltissimo la chitarra sostenuta e lamentevole di “Strugglin”, perché sono i particolari che fanno la differenza. Questa è una ballata con il classico crescendo nel ritornello centrale. Due chitarre, una acustica e l’altra elettrica, aprono “No Chains”, molto vicina ai Cranberries e dunque apprezzabilmente melodiche ed allo stesso tempo potenti, come il genere ci ha insegnato. Non per sminuire nulla, ma continuamente quando partono le chitarre per un breve (purtroppo) assolo Hard Rock , il mio interesse sale. Questa è la dimostrazione che spesso il piacere risiede nelle cose più semplici ed antiche. Chiude ottimamente l’EP “Still Lovin A Memory”, altro brano toccante, velatamente malinconico ma pur sempre energico.

I lati negativi sono i soliti che si denotano in questi casi (direi inesorabilmente), un suono forse un pochino piatto, dove la ritmica è quella che ne esce maggiormente penalizzata. Per il resto nulla da eccepire, la fantasia c’è, la tecnica pure, una voce ottima non solo come impostata, ma anche come interpreta le canzoni. Questo EP da dieci giri a molti altri di band più blasonate, tuttavia consiglio ai Freedom Jailers di scrollarsi di dosso i troppi ed evidenti punti di riferimento, rischio essere inghiottiti immediatamente dalle sabbie mobili del genere. Bravissimi ragazzi, ora siamo curiosi di ascoltare il vero debutto, con la speranza che arrivi al più presto, perché lo meritate davvero. MS


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