Cosa possono fare una chitarra e un contrabbasso insieme? Siamo nel campo del jazz e ci troviamo di fronte ad un album interamente strumentale, molto atmosferico e poco sperimentale, ma la prima cosa che ho veramente apprezzato è che tutti i brani sono stati composti dal chitarrista e quindi non ci sono le “solite” cover, tanto tipiche nei dischi jazz. Alla chitarra c’è Gianni Bergamaschi, un musicista con un’esperienza trentennale, che si è impegnato molto come insegnante e che ha spesso proposto dei percorsi letterari accompagnati a quelli musicali. Al contrabbasso c’è Mauro Sereno che abbiamo già apprezzato in molti album pubblicati dalla TRJ Records.

I suoni sono liquidi e vellutati, lungo tutto l’album si respira un’atmosfera languida e notturna, che viene bene introdotta dall’iniziale title track, non a caso una citazione letteraria che richiama subito Baudelaire e il Decadentismo Romantico, se questa è la chiave di lettura dell’album non sorprende di trovarsi di fronte ad un disco meditativo, umorale e direi che il risultato appare pienamente raggiunto. Le tracce proposte sono dodici per oltre un’ora di musica, tutte più o meno velate di malinconia, mai disperata, ma comunque densa e palpabile, così i fraseggi della chitarra si inseguono con quelli del basso e si creano delle situazioni particolarmente espressive, particolarmente efficaci quando Sereno usa l’archetto.

Spleen non è un disco facilissimo, perché richiede molta attenzione e, aggiungerei, anche l’umore adatto per essere ascoltato, ma è denso di cultura e, per chi sa leggere tra le righe, non solo musicale, può sembrare azzardato trattandosi di un disco interamente strumentale, ma se si accolgono i riferimenti letterari citati, allora si incomincia a gustare il disco sotto una luce del tutto nuova e più appagante. GB
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Per un assaggio: http://www.myspace.com/trjrecords