Rock Impressions

Fist of Rage - Interations to Reality

FIST OF RAGE - Interations to Reality
Andromeda Relix
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal / Heavy Rock
Support: CD - 2010

I Fist Of Rage sono una band friulana al debutto discografico, il gruppo si è formato nel 2004, quindi ha speso questi anni per costruire un solido background, che appare evidente fin dal primo ascolto del cd. La Andromeda Relix ha sempre selezionato con molta cura le sue produzioni, dividendosi fra ristampe di album praticamente introvabili del metal tricolore e la produzione di giovani band di talento, diventanto col tempo una garanzia di qualità. Questo ovvimente è già un buon biglietto da visita per questi ragazzi.

L’album parte con l’anthemica “Nobody’s Right”, il sound corposto paga un grosso debito ai Purple e ai Rainbow con tutte le loro incarnazioni successive, heavy rock potente con belle linee melodiche, del resto il gruppo non fa mistero delle proprie radici, infatti la band di Blackmore è omaggiata con la cover di “Might Just Take Your Life” posta alla fine dell’album come bonus. Oltre alle buone doti tecniche che emergono subito, si è colpiti dalla voce incredibile del singer Piero Pattay, un vero novello Coverdale, potente e tecnicamente dotato, davvero bravo, ma anche il resto della band dimostra di essere capace e assolve il proprio compito con grinta e passione. “Loving in Vain” anche a livello compositivo questi ragazzi sanno esprimersi molto bene, questo riffing stoppato è tutto da godere, poi le linee armoniche dei cori sono davvero azzeccate. Il cammino prosegue con la rocciosa “Walking on the Edge” che mi colpisce ancora una volta per i bellissimi cori. Discreta la ballad elettrica “The Clown’s Crying”, ma è solo una parentesi romantica prima delle belligeranze della possente “Knife and Coins”, i Fist Of Rage si muovono davvero con grande agilità in questi territori. “Child Inside” non fa altro che confermare tutte le buone impressioni fin qui ascoltate e il livello del disco si mantiene su livelli più che ottimi, così come nella seguente “Out of the Darkness”, veloce e coinvolgente. “New Dawn” chiude la serie di composizioni proprie, brano più ambizioso dei precedenti è aperto da un intro acustico dal sapore orientale, poi entra la parte elettrica e l’heavy rock irrompe dagli altoparlanti con grande convinzione. Come dicevamo la chiusura è affidata alla cover dei Purple, un brano del repertorio partorito con Coverdale e Hughes, a dire il vero si sente un sound diverso da quanto ascoltato prima, ma è giusto così, perché i nostri non vogliono essere degli emuli, ma cercano una strada personale per questo genere che ha fatto breccia in tanti cuori, una cover suonata con devozione e proprietà di linguaggio, bravi.

Come dice il mio amico Gianni Della Cioppa, se questi ragazzi fossero tedeschi il loro album sarebbe già un best seller e ha perfettamente ragione, però spero che adesso sarete voi a dargli torto e a far decollare questo disco per davvero, senza ma e senza se. GB

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