Ecco
ci risiamo, la Lion ci propina un altro giovane talento della sei
corde! Ma no, le cose non stanno proprio così, Simone Fiorletta
è l’ascia dei talentuosi Moonlight Comedy, una formazione
davvero sorprendente che ha da poco dato alle stampe il suo ottimo
debutto discografico.
All’inizio ero convinto di avere tra le mani l’ennesimo
disco dove il chitarrista si mette in mostra come un pavone e si esibisce
in tutta la sua straripante bravura, sommergendoci di scale e fraseggi
al limite delle umane possibilità. Il primo brano eponimo in
effetti è quasi stordente in questo senso, ma c’era qualcosa
che tutto sommato mi colpiva e mi teneva inchiodato all’ascolto.
Poi parte la romantica “For You” e capisco cosa mi ha
colpito di questo axe hero, non è la sua strabiliante tecnica,
non è il suo innegabile virtuosismo, è il suo incredibile
gusto melodico, non mi riferisco a qualcosa di smelenso, ma parlo
della costruzione degli assoli, delle parti ritmiche e della struttura
delle armonie utilizzate.
Questo insieme di qualità tecniche e gusto espressivo mi è
entrato nel cuore e ho amato il disco senza riserve. Molto carina
anche “The 1st Day of Life”, sorta di concept song sui
primi giorni di vita, non so se Simone è diventato papà,
ma sembra davvero molto emozionato in questa traccia. “Blues
Eyes” è una ballad lenta e molto romantica, che si salva
solo per la grande bravura di Fiorletta. “That’s My Truth”
è il classico mid tempo con assoli spericolati, Simone unisce
potenza, tecnica e gusto come pochi, ascoltare per credere. “Alone
in the Rain” è molto intimista e propone dei pregevoli
virtuosismi acustici che si intersecano con un solismo elettrico molto
emozionale a dimostrazione della versatilità del nostro. Con
“Again With You” Simone si scatena di nuovo e si lascia
andare, ma è ancora la sua capacità di scrivere begli
assoli che lo fa emergere. La tenerezza di “Your Rest”
è quasi commovente, tanto quanto è elettrizzante la
seguente “A Strange Evolution”, mentre la chiusura è
affidata alla bonus “Lullaby For Laura” che, come si può
intuire, è un brano delicato e soffuso.
Bisogna davvero avere il cuore di pietra per non innamorarsi del gusto
sorprendente di questo artista, che riesce a mettere l’anima
dove molti altri riescono solo a mettere della fredda tecnica e una
cascata anonima di note. Se vi piacciono i dischi strumentali dei
chitarristi questo non dovete proprio farvelo scappare. GB
Altre recensioni: My Secret Diary
Interviste: 2005; 2006
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