Rock Impressions

Filoritmia - Passaggi FILORITMIA - Passaggi
Selfproduced
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog / Hard Rock
Support: CD - 2009

Tornano a distanza di parecchi anni i Milanesi Filoritmia e ci stupiscono ancora una volta per la scelta di divulgare la propria musica. Una autoproduzione alquanto meticolosa e messa (GRATIS) a disposizione di chi la volesse ascoltare nel loro sito: http://www.filoritmia.it/filoblog/songs_download.asp

Ma per gli amanti del supporto classico, il cd lo si trova anche nei negozi specializzati, un disco con un artwork particolarmente curato, che merita sicuramente attenzione.
Questo secondo album “Passaggi” ha un titolo che ritengo perfetto, in quanto nella loro musica esistono mille sfaccettature, davvero molti “passaggi”. Incontriamo l’Hard Rock, il Dark, il classicissimo Progressive, il Jazz. Un disco fuori dal tempo, quello che rende felici tutti gli amanti del genere, soprattutto degli anni ’70. I pezzi sono tutti di lunga durata e variano dai sei ai dieci minuti l’uno.

Su una base Hard Rock comincia “Colla E Gesso”. Subito in evidenza la voce di Giorgio Mele e poi un sound greve, a tratti oscuro per un refrain orecchiabile. Cambi di tempo all’interno, ecco il seme Prog che cresce per poi svilupparsi in un solo di chitarra e tastiere caratteristico del genere. Ciò che dona l’effetto anni ’70, sono soprattutto le tastiere di Angelo D’ariano. Un arpeggio di chitarra e la voce di Mele aprono “Senza Sale”, canzone differente dalla precedente e molto attenta al lato commerciale, autrice di un ritornello gradevole. I Filoritmia hanno ascoltato anche Le Orme, Il Banco, gli Atomic Rooster e compagnia bella, tutto questo di tanto in tanto affiora nelle composizioni. Ancora una volta resto colpito dal lato strumentale del pezzo, nell’assolo degli strumenti fuoriesce l’anima della band, una cultura Rock di buono spessore, messa a nudo per il nostro ascolto. Buoni i cambi di tempo di Antonio Mazzucchelli (batteria) e di Matteo Scarparo (basso), ma è la chitarra di Roberto Riccardi a tracciare sentieri nuovi nella nostra mente.

Dotati anche di un buon senso di humor, i nostri artisti si inventano una nuova tarantella Rock strumentale ed allegra, stile PFM, ma con i tempi che corrono il titolo cambia ed al contrario dell’originale, si chiama “Non è Festa”. Momento davvero simpatico, che si regge sulle tastiere nel refrain, una chicca geniale che mi ha davvero fatto sorridere. Ecco, musica soprattutto per divertirsi e far divertire, anche se i Filoritmia quando vogliono sanno fare sul serio. Ogni singolo brano è un tassello stilistico a se, come un tributo ad ogni stile. E così si cambia rotta con “L’uomo Che Torna”, un sound più raffinato ed intimistico che si scambia con tratti nervosi e graffianti. Ancora chitarre Hard per “Godo”, altra minisuite di quasi dieci minuti di buono ed antico Rock. “Il Sogno Del Fotografo” prosegue il discorso più Progressivo e miscela sonorità alla Delirium con Gentle Giant, King Crimson e molto altro ancora. Ma come si dice….Dulcis in Fundo, “Manifesto” è un pezzo Hard Prog che farà impazzire letteralmente tutti gli ascoltatori amanti del genere. Io ho goduto a pieno del momento strumentale finale, uno dei frangenti più importanti che ho ascoltato in questo 2009.

Ecco, questi sono i Milanesi Filoritmia, una band che ha saputo fare propria l’essenza dell’arte Rock, che l’ha saputa metabolizzare e che ora ce la ripropone alla sua maniera. Non fermarsi mai, ricercare ed ascoltare, questo è il vero sunto del Progressive Rock ed io faccio tanti complimenti a questi ragazzi, perché mai e poi mai bisogna dimenticare da dove si viene, ma allo stesso tempo andare avanti. Complimenti davvero! MS


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