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            La prima nota su questa band è che sono venezuelani, cioè 
            conterranei dei grandi Tempano, coi quali condividono l’ottimo 
            batterista Gerardo Ubieda, sono in attività da trent’anni 
            e con questo secondo album festeggiano la ricorrenza e pensare che 
            hanno inciso il primo album solo nel 2002. Sono un trio con tastiere, 
            basso e batteria, il che li accosta inevitabilmente agli ELP, ma sono 
            meno pomposi e un po’ più jazz, inoltre hanno un’attitudine 
            latina solare che manca del tutto agli inglesi.
 Il primo brano “Peces” in effetti fa pensare ai grandi 
            classici del prog sinfonico, ma la successiva “Planeta Porno” 
            è una canzone bizzarra (del resto con un titolo così), 
            difficile da catalogare, in bilico tra rock alla vecchi Genesis e 
            atmosfere jazzate insolite e qualche sperimentazione. Lunghe partiture 
            strumentali costituiscono l’ossatura dei brani, dove i nostri 
            dimostrano una notevole preparazione strumentale, come è possibile 
            ascoltare in “Regreso a la Autopista” o nella dinamica 
            “Solo y Acompanado”, questa molto fusion. Le origini latine 
            sono facilmente riscontrabili per l’uso dello spagnolo, ma anche 
            certe strutture sono prese da una tradizione musicale estranea a formazioni 
            provenienti da altre zone del pianeta. In chiusura è posta 
            una suite per ribadire le doti strumentali e compositive dei nostri, 
            veramente un brano sopra le righe che merita molta attenzione.
 
 Sicuramente questo secondo album è molto più riuscito 
            ed omogeneo del debutto e dispiace un po’ che dei musicisti 
            così validi ci abbiano messo tanto per farsi apprezzare, ma 
            forse loro sono contenti anche così. GB
 
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