Rock Impressions

Fear Of Fours - Never Heaven FEAR OF FOURS - Never Heaven
Valery Records
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog Death/Thrash Metal
Support: CD - 2007


Le idée e la personalità con il tempo pagano. Questo è il caso dei nostrani Fear Of Fours, un quintetto di artisti non nuovi al mercato, dedito ad un Death contaminato dal Progressive. Dopo il demo del 2004 la Valery Records, molto attenta, si accorpa la band fra le proprie fila, intuendo in loro un talento notevole. E non si sbagliano, ascoltando “Never Heaven” si hanno sensazioni meravigliose già vissute con gli Anathema di “The Silent Enigma”, con i Katatonia e con gli Opeth, ma i nostri ragazzi hanno anche molta farina del proprio sacco. Infatti le sonorità oscure dettate dai gruppi appena citati, vengono spezzate dalla mediterraneità dei nostri suoni, a volte solari, che fanno da break ad un disco prevalentemente “nero”. La band è formata da Marco Piran (Aneurysm, Mothercare), Terence Holler (Eldritch), Mirko Nosari (Mothercare), Giulio Bogoni (Lymph, Adam) e da Andrea Martongelli (Arthemis, Power Quest).

Apre il disco “Craving For Light” con le tastiere di Bodoni subito in cattedra, per poi passare immediatamente al Thrash alternato, come gia detto, al Prog. Il ritornello è bello, così le chitarre acustiche di Martongelli. Viene subito in evidenza una produzione più che decorosa, il suono è ben equilibrato, così gli strumenti ben distinti fra di loro. La band è coesa e si trova alla perfezione in tutti i passaggi, soprattutto nei numerosi cambi di tempo che faranno sicuramente la gioia degli estimatori. Spagnoleggiante l’inizio di “Edge Of Insanity”, pezzo tirato impreziosito dal possente drumming di Piran. Nulla è dato per scontato in ogni movimento, spiazzanti interventi progressivi fanno dei Fear Of Fours un gruppo si coraggioso, ma anche dalle idee chiarissime. Oscura “Blind” (…e come potrebbe essere altrimenti con questo titolo…) ed ecco comparire le parti in growling di Holler, inquietanti e malefiche. L’aria ritorna serena con “Home”, così la voce. Il brano risveglia in me antiche reminescenze Queensryche ma anche gli Opeth acustici. Il risultato è meraviglioso, peccato sia breve. “Craved Pt.1” con il pianoforte introduce “Craved Pt.2”, otto minuti di grande Metal come solo poche band sanno fare. Il cd più va avanti e più si fa interessante, a differenza della maggior parte di queste realizzazioni. “The Tunnel” è una breve ed acustica song alla Metallica, almeno per quello che concerne il cantato. “Of The Things That Have Yet To Come” torna a fare la voce grossa, ma ancora di più “The Days Of Betrayal”, con Piran ancora una volta in evidenza. Chiude l’acustica title track “Never Heaven”.

Confesso che per il sottoscritto questi Fear Of Fours sono stati una vera e propria sorpresa, non li conoscevo e devo ammettere di essere stato colpito alla grande. Ora devo smaltire l’effetto sbornia per poter giudicare più compassatamente il futuro lavoro che spero non tardi ad arrivare. Se son fiori…. MS


Indietro alla sezione F

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Live | FTC | Facebook | Born Again |