| Faraotti è uno degli artisti più folli tra i tanti che 
            ho incontrato e torna a sfidare le nostre capacità di ascolto 
            con questo nuovo album ricco di provocazioni. La sua storia musicale 
            inizia lontano e mostra una solida formazione, discograficamente parlando 
            ha iniziato a pubblicare a suo nome nel 2008, con alle spalle alcune 
            significative collaborazioni. La mia impressione è che sia 
            innamorato della musica sperimentale prodotta in particolare in Inghilterra, 
            da Syd Barrett e Kevin Ayers a Julian Cope senza dimenticare certi 
            artisti visionari provenienti dal prog come i Gong. Tutti stimoli 
            per Daniele per dar vita alla sua visione lucidamente psichedelica.
 
 I testi sono impregnati di nonsense e a volte seguono una linea melodica 
            dissonante rispetto alle parti musicali, creando contrasti armonici 
            funzionali alla profondità di ogni singolo brano. Le parti 
            strumentali sono solide una ideale congiunzione tra space rock e jazz. 
            Dopo il faraonico disco precedente, che era composto da una ventina 
            di brani, questo si limita a proporne dieci, che in ogni caso rappresentano 
            una buona misura per approfondire le visioni di questo artista fuori 
            dagli schemi.
 
 Faraotti non è uno che vi accarezza, ma non è nemmeno 
            ruvido, uno che vi prende “a sberle” per continuare la 
            metafora. La sua musica non è un porto sicuro, eppure possiede 
            qualcosa che cattura e spinge ad ascoltarla. GB
 
 Altre recensioni: Phara Pop Vol.1
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