Rock Impressions

EPhemeral Sun - Harvest Aorta EPHEMERAL SUN - Harvest Aorta
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2010

Dalla Virginia gli americani Ephemeral Sun, con questo secondo lavoro da studio, cambiano le regole del Metal Prog. Fare un disco in questo stile musicale, senza cantato e senza avere riferimenti quali Dream Theater e Symphony X, è tutto un dire. Si formano nel 2002 ed esordiscono con l’ottimo “Broken Door” nel 2004. In realtà siamo al cospetto di Progressive Rock con grandi interventi di chitarra, più che di Metal, il quale si manifesta in maniera blanda. Le tastiere Synth di John Battema riempiono il suono, rendendolo spesso sinfonico e rotondo, ma il merito maggiore va a Brian O’Neill ed alla sua chitarra. La sezione ritmica , senza strafare, è pulita e dimostra affiatamento. Al basso c’è Charlie Gore e alla batteria Jeff Malone.

Il disco è composto da quattro episodi, il primo dal titolo “Springsong” e dura quasi tredici minuti. Inevitabili i cambi d’umore e di ritmo, ma quello che sorregge l’ascolto è la freschezza del songwriting, mai scontato ed aperto a tutte le soluzioni. Non si può fare a meno di riscontrare influenze come World Music, Elettronica, Jazz e Fusion, il tutto shekerato con della moderata distorsione elettrica della chitarra. Esistono anche parti pulite, come nella successiva “Prism”, brano molto d’atmosfera e che può far pensare anche agli anni che furono. Il disco di per se è un crescendo emotivo, più si prosegue e più si resta stupiti dalle qualità tecniche di questi artisti. “Memoirs” è dolcissima, un piano scrive nella mente di chi ascolta una poesia di grande sentimento, supportata da una chitarra elettrica struggente ed intimistica. Tutto questo è un breve preludio per una megasuite spaventosa e detto da chi ascolta Prog da 35 anni, dovrebbe avere un senso altamente sincero. “Harvest Aorta”, quarantadue minuti di grande musica, quella che non ti aspetti, un caracollare da un umore all’altro, una suite Metal Prog unica nel suo genere e molto psichedelica. Da questo brano il buon 80% delle band del genere, deve imparare qualcosa. Qui si dimostra che avere personalità è la cosa prioritaria, non serve assolutamente copiare le orme di band più altolocate.

Il Prog degli Ephemeral Sun è totale, spazia da tutti i generi a tutti gli anni, per cui sono sicuro che nessun estimatore del genere resterà deluso. Questo non è un disco, ma una colonna sonora per lo stato d’animo. Io faccio una scommessa, segnatevi questo nome, ne sentiremo parlare sicuramente, anche se qui in Italia le cose fatte alla perfezione non piacciono, perché fanno pensare troppo. Strepitoso e da avere! MS
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