Terzo
album per i peruviani El Hijo de la Aurora ovvero Lucifero. Quartetto
dedito al doom psichedelico di matrice fortemente sabbathiana. A tirare
le fila della band c’è il batterista Joachin Cuadra,
unico membro rimasto della formazione originale. Il gruppo è
avvolto di simboli e riferimenti esoterici, con testi per lo più
ermetici e in linea con quanto proposto a livello sonoro.
L’influenza del gruppo di Birmingham viene subito celebrata
dall’opener “Fohat”, il giro portante è una
dichiarazione d’amore e di intenti. Non ci si può sbagliare,
anche se la prima impressione potrebbe anche avere un impatto negativo
sull’ascoltatore. Il cantato spettrale e spiritato di Jorge
Cortes è particolare, i suoni sono molto saturi e piuttosto
personali, una rilettura decisamente acida e psichedelica del doom.
“Kyrie Eléison” spinge sul metal, anche se i suoni
restano molto personali e suggestivi. A tratti il gruppo sfiora il
metal epico, in particolare grazie ai cori dal sapore cinematografico,
tra Carmina Burana di Orff e Morricone. Particolare il finale, sembra
quasi un altro brano. “The Buddha From Mars” ha una costruzione
interessante, il sound è molto ruvido, ai limiti del low-fi,
ma proprio per questo altamente suggestivo, però servirebbe
una produzione più curata per far risaltare a dovere la composizione,
che sicuramente merita. “The Awakening of Kosmos” è
una ballata acustica decisamente stralunata, dove è più
forte la componente psichedelica. “Spirits of Will” è
una strumentale che sembra estrapolata da un rituale sciamanico, campanelle
tibetane, tappeti sonori, note dilatate, effetti sonori, un bel mix
meditativo e anche abbastanza inquietante. Con “The Advent of
Ahriman” si torna ad un doom metal a tinte molto fosche, sembra
una dolorosa marcia funebre. Il viaggio spettrale si chiude con la
sperimentale “Guard of the Two Thrones”, dove il gruppo
cerca di infondere tutta la propria creatività alla ricerca
di una strada personale per il doom e in parte il gioco riesce.
Come succede spesso in questo genere, il doom metal, il prodotto in
questione è rivolto ad una stretta cerchia di appassionati.
Però devo dire che la suggestione non manca e se ci sono diversi
spazi di miglioramento, le idee da sviluppare sono molte e in futuro
questo gruppo potrebbe lasciare il segno. GB
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