La
Musea ha ristampato anche il secondo album dei francesi Edition Speciale
datato 1977, siamo alla fase finale del movimento prog degli anni
settanta, ma questi musicisti sembrano non essersene accorti. Il loro
sound a base di prog inglese e di fusion alla Weather Report tocca
delle vette espressive di indubbio fascino.
L’inizio è subito molto gradevole con la brillante “Vedra”
che è divisa in tre parti, la prima presenta delle ritmiche
molto dinamiche e con dei suoni piuttosto originali di chitarra, la
seconda è in pieno stile settantiano, quasi disarmante nella
sua prevedibilità, poi pian piano si torna sui passi iniziali.
La successiva “A la Source du Rêve” è molto
più articolata, più difficile da seguire, ma anche molto
più appagante. “So Deep Inside” è molto
jazzata, con un pezzo di piano da manuale. Con “Le Temps d’un
Solo” le cose si fanno ancora più intricate e sperimantali,
ancora una volta non si tratta di una traccia immediata, ma più
ascolti permettono di apprezzare dovutamente il brano.
La track successiva per i primi due minuti sembra la copia di quella
precedente, poi finalmente entra il cantato (è la prima traccia
cantata del disco) e le cose girano diversamente. Con “La Fille
du Ruiseeau” il gruppo gioca anche con ritmi sudamericani, ai
limiti della samba, ma sempre in territori molto jazzati e seri. Il
brano che chiude l’album si discosta strutturalmente dai precedenti,
ed è un bell’esempio di prog piuttosto classico. Alla
track list originale sono aggiunti due brani tratti dalle sessions
del terzo album del gruppo, ma il tessuto musicale non si scosta molto
da quanto già espresso con un ritorno di ritmiche etniche mescolate
ad un jazz rock più canonico.
Si tratta di prog raffinato, non straripante o in vena di stupire
con effetti pirotecnici, ma capace di dare buone emozioni. GB
Altre recensioni: Allée Des
Tilleus
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