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            le nuove band svedesi mertitano sicuramente di essere presi in considerazione 
            questi The Divine Baze Orchestra, che fanno parte di quel movimento 
            sempre più ampio di gruppi che cercano di riscoprire sonorità 
            settantiane, come i Black Bonzo per intenderci o i compagni di etichetta 
            Skyron Orchestra. La trama musicale proposta da questi freakettoni 
            affonda le proprie radici nell’hard rock a tinte prog di gruppi 
            come Uriah Heep e Budgie, ma anche qualcosa di jazz rock e un po’ 
            di psichedelia e infine c’è anche un po’ di dark 
            sound che spunta ogni tanto, con un’attitudine epica molto spiccata 
            e fughe musicali davvero trascinanti.
 La prima cosa che colpisce ascoltando il disco è il sound dell’hammond 
            e del mellotron di Daniel Karlsson, che disegna un tappeto sonoro 
            carico di suggestioni, poi c’è il chitarrismo ruvido 
            e istintivo di Oliver Eek e il drumming emozionale di Christian Eklof, 
            il cantante Alexander Frisborg ha una voce tenorile molto particolare 
            e contribuisce non poco a caratterizzare la proposta dei nostri, infine 
            Tobias Petterson si occupa delle parti di basso, ma non spicca molto, 
            servirebbe un musicista più massiccio e presente per completare 
            pienamente l’opera.
 Senza dubbio si respira una grande nostalgia in un lavoro come questo 
            e le note dilatate di organo e chitarra creano un mood davvero riuscito, 
            tanto che non sorprenderebbe se si dovesse scoprire che il disco è 
            stato inciso in realtà negli anni ’70. Ma non è 
            così e mi piace pensare che oggi ci siano dei giovani musicisti 
            che riscoprono certe sonorità che io ho sempre portato nel 
            cuore. Le dieci traccie che compongono il disco sono molto assortite 
            e si va da un hard rock diretto ed essenziale a parti molto strutturate 
            e complesse, ma sempre comunicative e all’insegna dell’emotività, 
            quello che di solito viene definito “feeling”, ecco di 
            questo i The Divine Baze Orchestra ne hanno da vendere e lo si respira 
            durante l’ascolto di tutto il disco.
 
 Nel complesso Once We Were Born… è un disco completo 
            e maturo, capace di saziare l’ascoltatore, un album che non 
            sfigurerà nella discografia di ogni rocker che si rispetti. 
            GB
 
 Sito Web
 Per un assaggio: http://www.myspace.com/thedivinebazeorchestra
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