Rock Impressions

Disequazione - Progressiva Desolazione Urbana DISEQUAZIONE - Progressiva Desolazione Urbana
Andromeda Relix
Genere: Prog
Support: CD - 2016


Compito della musica è in principale modo quello di comunicare differenti emozioni e stati d’animo, ad essa si associano anche ricordi, siano questi felici che nostalgici. La nostalgia generalmente è relegata al tempo, a quello che abbiamo vissuto di più bello nei nostri anni passati. Un genere, una passione. Bene si espongono su questo concetto i triestini Disequazione, amanti della musica Prog degli anni ’70 e fervidi esecutori della stessa anche nei giorni d’oggi. Un come back il loro che profuma di vintage DOC, ma soprattutto che spruzza passione da ogni nota.

“Progressiva Desolazione Urbana” è una sorta di cerchio che si chiude se si pensa che la band si forma negli anni ’80 grazie all’incontro tra Giorgio Radi (basso) e Vinicio Marcelli (chitarra), per poi vivere gli anni ’90 con concerti assieme ad Aldo Tagliapietra (ex Orme), sospendere successivamente il progetto per dedicarsi alla vita musicale di turnisti, e quindi ritornare oggi con la formazione iniziale a suonare il beneamato Prog. Disequazione 2.0? Probabilmente si ma anche no, perché la band nel disco mantiene le atmosfere del passato e persino le timbriche degli strumenti. La formazione è quindi completata da Dario Degrassi (tastiere), Fiodor Cicogna (batteria) e Luca Sparagna (voce).

“Progressiva Desolazione Urbana” è composto da cinque canzoni fra le quali spicca la suite finale dal titolo omonimo.
Il disco si apre con un brano che si sostiene sulla formula canzone dal titolo “Inutile”, perché il Prog dei Disequazione è comunque gradevolmente melodico. Tuttavia la band si diverte di tanto in tanto a mostrare i muscoli, nella musica sinonimo di tecnica strumentale, come ad esempio nell’assolo di chitarra finale, oppure nelle tastiere e nel basso in “Il Vaso Di Pandora”, brano che fa la gioia sicura di tutti i fans del genere. Nuovamente formula canzone in “E’ Giorno Ormai”, qui un delizioso mix fra le Orme, PFM, ed i mai troppo ricordati Reale Accademia Di Musica. C’è di che godere.

“Nel Giardino Del Piccolo Gik” prosegue il percorso con un suono pieno, a tutto tondo, grazie al lavoro delle tastiere di Degrassi. Piccola vetrina anche per la sezione ritmica. Ma è la suite finale il piatto forte dell’album, esempio di cosa è il Progressive Italiano, si perché la nostra mediterraneità dona questo calore emotivo come soltanto noi sappiamo riprodurre in musica, e a testimonianza che il genere è si di nicchia, ma immortale. Sono questi i dischi che fanno da muraglione fra chi ama il Prog e chi non lo digerisce perché “strano”, fuorviante, logorroico ed instabile, ma chi ne è al dentro con consapevolezza gode come pochi al mondo.

“Progressiva Desolazione Urbana” è un album da assaporare in comodità, come si faceva una volta con gli lp di classici. Questa è musica per la mente, ed ecco che i ricordi a cui mi riferivo in precedenza riaffiorano, come i colori ed i profumi degli anni ’70, sembra questa una frase scontata, trita e ritrita, ma chi ha almeno cinquanta anni sa bene di cosa sto parlando e se lo ha capito deve assolutamente procurarsi questo piccolo gioiellino Prog. Voi giovani?… Non siete curiosi? MS




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